Vegetariani, bene per salute cardiovascolare. Ma per le donne rischi in agguato

11 Ottobre 2012 - di Mari

ROMA – Sono molti i professori e gli esperti, come Umberto Veronesi, che sottolineano i rischi di una dieta ricca di carne e lodano i pregi di un’alimentazione vegetariana. Ma se si decide di abbandonare carne e pesce nella propria dieta quotidiana ci sono alcuni punti fermi che non vanno dimenticati, onde evitare squilibri e carenze di sostanza nutritive fondamentali.

Innanzitutto c’è una differenza tra vegetariani e vegani: questi ultimi, infatti, non mangiano neppure latte e derivati o uova, ma solo alimenti di origine vegetale. Ci sono poi i lacto-vegetariani e gli ovo-lacto-vegetariani, che inseriscono nell’alimentazione anche latte, formaggi e uova.

Su un punto gli esperti sono d’accordo: una dieta vegetariana riduce i livelli di colesterolo e di pressione arteriosa, abbassando il rischio di patologie cardiovascolari e degenerative, oltre che di diabete e obesità. Favorisce anche il benessere intestinale.

I rischi sono però che vengano a mancare sostanze nutritive come il ferro e le proteine. Per questo è importante mangiare non solo frutta e verdura, ma anche molti legumi, uova e derivati, soprattutto se si è giovani, ma anche cereali integrali come orzo e farro.

Gli esperti sconsigliano la dieta vegetariana alle donne in gravidanza e durante l’allattamento. Ma per quelle in età fertile o in menopausa questa alimentazione può andare bene se si evita la carenza di ferro mangiando molti legumi, uova e magari anche frutti di mare. In caso contrario i rischi di anemia, con annessi mal di testa, irritabilità e depressione sono in agguato.