Tumori, mille casi al giorno. Aumenta cancro al polmone tra le donne

Tumori, aumentano diagnosi di cancro al polmone tra le donne

26 Settembre 2017 - di Mari

Tumori, mille nuove diagnosi al giorno in Italia, di cui 30 sotto i 40 anni di età. E aumenta l’incidenza del cancro al polmone tra le donne. Il bilancio è del presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Carmine Pinto, sulla base degli ultimi dati del Rapporto ‘I numeri del cancro in Italia 2017’.

Per le donne, afferma l’esperto, “assistiamo ad un vero e proprio boom di diagnosi di cancro del polmone, 13.600 nel 2017 (+49% in 10 anni), dovuto alla forte diffusione del fumo fra le italiane. Proprio tra le donne si evidenzia infatti negli ultimi anni un +3,1% di nuovi casi e il +2% di mortalità per tale neoplasia. Un dato che preoccupa molto ed a fronte del quale è necessario rafforzare le campagne di prevenzione. Altra misura che da tempo richiediamo – ha aggiunto – è anche un aumento del prezzo dei pacchetti di sigarette, sull’esempio di Australia, Norvegia e Gran Bretagna”.

Il dato di mortalità è invece pari a 177.000 decessi nel 2014 (dati Istat), pari a 485 al giorno: le neoplasia rappresentano dunque la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi) dopo le patologie cardio-circolatorie (37%). Dal 2012, però, è il dato positivo evidenziato da Pinto, “il trend della mortalità è in diminuzione e la sopravvivenza totale a 5 anni della diagnosi si attesta al 60%, ma si arriva anche all’80-90% per alcuni tumori. Un risultato importante per il nostro Paese, nonostante l’Italia investa meno in questo ambito rispetto ad altri paesi Ue”.

Altro aspetto da chiarire ai cittadini, ha quindi avvertito, “è che ben il 40% delle neoplasie è prevenibile attraverso i corretti stili di vita, a partire dallo stop al fumo e dall’assunzione di una dieta corretta, ed effettuando gli screening”. Quanto ai fattori ambientali collegati al cancro, “oggi per fortuna non sono più presenti cancerogeni potenti, come l‘amianto, ma persiste l’uso di cancerogeni ‘deboli’. Il punto, però – ha concluso – è che non sappiano quale possa essere l’effetto sull’uomo di più cancerogeni deboli insieme sul lungo periodo”.