Tè verde e mirtilli: due alleati contro la demenza

Tè verde e mirtilli: due alleati contro la demenza

4 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

In Italia si stima che la demenza colpisca oltre 1, 2 milioni di persone, che sono destinate a diventare 1,6 milioni nel 2030. La causa più comune, nel 60-70 per cento dei casi, è l’Alzheimer, malattia che interessa in genere le persone anziane, sebbene possa avere anche un esordio in età più giovane. I sintomi della demenza includono la perdita di memoria, la difficoltà nel capire cosa dicono le persone, la difficoltà nell’eseguire compiti quotidiani o essere soggetti a cambiamenti di umore. Si arriva di fatto alla disabilità e alla perdita della propria indipendenza.

Una dieta sana può dimezzare il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Per esempio nella dieta Mind (Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay), quindici gruppi di alimenti sono divisi in dieci ‘salutari’, che comprendono tra gli altri verdure a foglia verde, frutta secca, frutti di bosco, cereali integrali e olio d’oliva, e cinque ‘cattivi’, dalla carne rossa al burro ai fritti.

Un nuovo studio ha ora individuato due alleati della prevenzione della demenza. Il tè verde e i mirtilli. In uno studio di laboratorio, le sostanze chimiche presenti nella bevanda, chiamate catechine, hanno ridotto le placche fortemente legate alla malattia. Anche il composto resveratrolo, presente nei mirtilli, nell’uva e nel vino rosso, ha avuto un effetto simile sulle cellule cerebrali umane. Le catechine e il resveratrolo possiedono proprietà antinfiammatorie, che potrebbero spiegare le loro capacità di contrastare le placche. A questa conclusione sono arrivati i ricercatori della Tufts University, che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista Free Radical Biology and Medicine.

La dott.ssa Dana Cairns, ricercatrice associata alla Tufts School of Engineering e leader dello studio, ha dichiarato: “Siamo stati fortunati che alcuni di questi abbiano mostrato un’efficacia piuttosto forte. “Nel caso di questi composti che hanno superato lo screening, non avevano praticamente placche visibili dopo circa una settimana”. Cairns specifica che sono necessari ulteriori studi per confermare la loro ricerca. Fonte Daily Mail. Foto di Gerd Altmann da Pixabay.

 

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