Sonno peggiore? Quello interrotto. Meglio poco ma buono

Sonno peggiore? Quello interrotto. Meglio poco ma buono

6 Novembre 2015 - di Mari

ROMA – Il sonno peggiore? E’ quello discontinuo. Dimenticate le sei, sette o otto ore consigliate. Dimenticate l’andare a letto presto, l’alzarsi presto, l’avere turni di lavoro o orari regolare. Meglio dormire poco, a qualunque orario, ma tutto in un blocco piuttosto che dormire molto ma svegliandosi spesso. E’ quanto emerso da uno studio della Scuola di Medicina dell’Università John Hopkins di Baltimora, negli Stati Uniti.

I ricercatori americani hanno osservato il sonno di sessantadue volontari, sia uomini sia donne, che sono stati suddivisi in tre gruppi. I volontari del primo gruppo venivano svegliati più volte durante la notte, quelli del secondo gruppo venivano fatti andare a letto tardi, mentre quelli del terzo gruppo potevano dormire ininterrottamente quanto volevano, andando a letto quando volevano.

Analizzando i dati raccolti gli scienziati hanno scoperto che tutti i volontari che venivano svegliati durante il sonno di giorno avevano spesso avevano un umore nero, cattivo. In particolare avevano più difficoltà ad essere cordiali e simpatici con gli altri, erano più scontrosi e antipatici. 

Il motivo, secondo i ricercatori americani, sarebbe nel fatto che l’interruzione di sonno impedisce che chi dorme attraversi tutte le fasi del sonno, raggiungendo quelle più profonde, che permettono davvero di riposare bene.

 

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