Si può prendere il sole con i tatuaggi? Attenzione a scottature e malanomi

Si può prendere il sole con i tatuaggi? Attenzione a eritemi e melanomi

4 Agosto 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – Attenzione all’esposizione al sole quando vi è di mezzo un tatuaggio: alcuni pigmenti possono essere fotosensibilizzanti e l’esposizione al sole rischia di danneggiare la pelle. Come scrive Lucia Cordero sul Corriere della Sera, in caso di tatuaggi bisogna fare molta attenzione d’estate con l’esposizione al sole perché

“se da una parte molti tatuaggi sono vere e proprie opere d’arte, dall’altra non sono esenti da insidie per la pelle: dalle allergie agli eczemi, fino ai tumori cutanei“.

In ogni caso, è bene proteggere la zona tatuata con una buona protezione, in maniera tale da evitare imprevisti.

Quella dei tatuaggi è diventata una vera e propria mania. Come scrive il Corriere della Sera, in base agli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità, in soli tre anni il numero delle imprese che propongono tattoo e piercing è passato da 257 a più di 1.500 e che i tatuati in Italia sono circa 7-8 milioni.

Ma secondo quanto afferma al Corriere della Sera il professor Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano), bisogna fare attenzione:

«All’inizio a preoccupare era l’igiene della struttura. Ora è la tossicità dei pigmenti e il loro destino una volta iniettati nella pelle. Infatti, solo il 20/30% della quantità inoculata si fissa nei macrofagi, le cellule del derma, formando poi il disegno. Il resto, è quasi tutto riassorbito dalla circolazione linfatica, rimanendo imprigionato per sempre nell’organismo».

L’esperto spiega perché bisogna stare attenti all’esposizione al sole:

«Nero di china, rossi intensi, blu: sono solo alcune delle tinte forti che attraggono maggiormente i raggi calorici, gli infrarossi che, non potendo essere dispersi, surriscaldano la cute. Che inizia a soffrire. Ecco perché è fondamentale stare all’ombra ed evitare di accoccolarsi al sole nelle ore centrali della giornata, quelle che vanno dalle 11 alle 16».

Ancora, l’esperto spiega al Corriere della Sera:

«Alcuni pigmenti, poi, sono fotosensibilizzanti. Manifestano, cioè, un’autentica avversione nei confronti del sole: bruciori, vescicole, eczemi cutanei, tanto per citare i fastidi più frequenti. Un altro valido motivo per tenere il tatuaggio ben coperto. Con una benda o un braccialetto, se è piccolo. Con gli abiti anti Uv, se è grande. Nemmeno le creme solari ad alta protezione mettono al riparo da eventuali danni. Il rischio è di abbandonarsi a lungo sotto il solleone, nella falsa convinzione di essere protetti. Risultato. Più guai per la pelle, meno lucentezza per il tattoo che, poco alla volta, si sbiadisce».

Attenzione ai melanomi:

«Che se si presenta pigmentato di nero o di marrone scuro, può essere facilmente confuso con il colore del tatuaggio. Non a caso si parla di azione mascherante. Se la diagnosi è tardiva, le speranze sono poche – avverte il professor Monti -. Occhi puntati, quindi, sul tattoo: se cambia forma oppure cresce, non bisogna perdere tempo e consultare il prima possibile un dermatologo. Che potrebbe richiedere una biopsia, così da fugare qualsiasi dubbio»

Foto: Belen Rodriguez Instagram

Tags