Sclerosi multipla, al via primo esperimento con staminali neurali

Sclerosi multipla, al via primo test con staminali neurali

31 Maggio 2017 - di Mari

Sclerosi multipla: è partito il primo studio con le cellule staminali neurali. E’ stato eseguito all’Ospedale San Raffaele di Milano. Il primo paziente al mondo che ha ricevuto un trapianto di staminali neurali, o nervose, con l’obiettivo di riparare i danni al sistema nervoso dovuti alla sclerosi multipla è monitorato e sta bene.

E’ il primo di dodici malati, arruolati nel trial condotto presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano
Già alcuni studi hanno testato le infusioni di staminali in persone con sclerosi multipla. Questo è però il primo al mondo, ed è avvenuto venerdì 16 maggio, a concentrarsi sull’uso di questo particolare tipo di staminali, quelle neurali, ovvero cellule che vanno ad agire sul sistema nervoso centrale e, per questo potenzialmente più efficaci nel ridurre i danni.

Precedenti lavori condotti, come in questo caso, dall’équipe guidata da Gianvito Martino, direttore Scientifico del San Raffaele e capo Unità di ricerca in Neuroimmunologia, hanno dimostrato l’efficacia di questa terapia nei topi: in quelli trattati, si è osservata, infatti, una parziale ricostruzione della guaina mielinica, la riduzione dello stato infiammatorio e una diminuzione dei sintomi.

Questo perché le staminali assolvono a una duplice funzione: da un lato secernono sostanze capaci di proteggere direttamente i tessuti danneggiati; dall’altro sono in grado, in parte, di differenziarsi in cellule che producono nuova mielina che va a sostituirsi a quella danneggiata.

Dopo il test sugli animali, quindi, è ora la volta dei test sull’uomo, in particolare su persone con malattia in stadio avanzato e in forma progressiva. Con la prima infusione, attraverso una puntura lombare staminali neurali di origine fetale sono state immesse nel liquido cerebrospinale del paziente, così da raggiungere cervello e midollo, dove svolgeranno la loro azione.

“L’obiettivo, trattandosi del primo studio del genere, è testare sicurezza e tollerabilità del trattamento, non la sua efficacia. Per questo coinvolge pochi pazienti selezionati”, precisa il professor Martino.

Frutto di dieci anni di ricerca, la terapia è anche merito del sostegno di Fism e Aism. “Siamo stati pionieri nella ricerca di terapie basate sulle staminali”, dichiara Mario Alberto Battaglia, presidente Fism. “Nel 2000 – aggiunge – ancora non si investiva in questo campo e noi ci abbiamo creduto finanziando il percorso di ricerca. La scienza ci ha dato ragione”