Rischio di danni alla cornea per chi fa il bagno con lenti a contatto, al mare o in piscina

Rischio di danni alla cornea per chi fa il bagno con lenti a contatto, al mare o in piscina

5 Luglio 2022 - di Claudia Montanari

I 4 milioni di italiani che portano le lenti a contatto, per oltre la metà under 30, in estate devono fare attenzione all’igiene delle lenti e toglierle sempre per i bagni al mare o in piscina, ma anche sotto la doccia.

Le lenti, specialmente se morbide, sono terreno ideale per la proliferazione dei germi e in acqua ci può essere Acanthamoeba, patogeno responsabile di cheratiti gravi.

Lenti a contatto per il bagno al mare o in piscina, attenzione alle infezioni

A lanciare l’allarme sono gli esperti al XX Congresso dell’International Society of Cornea, Stem Cells and Ocular Science (Siccso). In Italia si stima che l’Acanthamoeba sia responsabile di oltre 400 cheratiti all’anno, in continuo aumento per la maggiore aggressività del patogeno e l’uso sempre più diffuso delle lenti a contatto.

Purtroppo dal 12 al 50% dei casi non risponde alle terapie mediche e comporta la necessità di un trapianto di cornea, che fallisce in oltre metà dei casi soprattutto per la tardività dell’intervento. Una speranza arriva dal trapianto di cornea lamellare anteriore, o DALK, in cui non viene impiantata la cornea a tutto spessore. I risultati di questa tecnica, ottenuti nel nostro Paese, garantiscono un successo nel 90% dei pazienti, se l’intervento viene eseguito precocemente nei casi con un’infezione di grado più severo.

“In Italia si stima che si verifichi oltre un caso al giorno di queste cheratiti” sottolinea Vincenzo Sarnicola, presidente Siccso. “Purtroppo le terapie mediche non riescono sempre a eradicare l’infezione che non risponde agli antiamebici, difficili anche da reperire nelle farmacie italiane. Il microrganismo ha così il tempo di penetrare nella cornea e danneggiarla al punto di richiedere un trapianto nel 12-50% dei casi”.

“Il trapianto di cornea classico fallisce in oltre la metà dei casi e nel 40% dei pazienti si sviluppa un glaucoma, i rigetti sono frequenti e in alcuni casi si arriva perfino a dover enucleare l’occhio. Risultati migliori sono possibili con un trapianto di cornea lamellare anteriore, in cui non viene sostituita tutta la cornea ma solo lo strato intermedio. Ma la migliore terapia è la prevenzione”.

Tra i suggerimenti, preferire lenti monouso che riducono il rischio di infezione da Acanthamoeba, pulire i contenitori prima di riporle e sostituirli con regolarità.

Cheratite oculare: i principali sintomi

I sintomi della cheratite da Acanthamoeba includono arrossamento e dolore oculare dopo aver tolto le lenti, lacrimazione, sensibilità alla luce, offuscamento della vista e la sensazione di un corpo estraneo nell’occhio.

Forme avanzate possono essere caratterizzate dalla presenza di un “anello” che ricopre l’iride, e da arrossamento della sclera. Se si avvertono questi sintomi, è necessario rivolgersi al proprio oculista. Tenete a mente che la diagnosi di cheratite da Acanthamoeba non è facile da effettuare nelle prime fasi di malattia, perché i suoi sintomi sono simili a quelli di altre infezioni oculari.

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