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Pressione alta, il fattore di rischio insospettabile da non sottovalutare

26 Giugno 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la pressione alta colpisce quasi 1 adulto su 3 in Italia. La pressione alta, o ipertensione, fa parte della sindrome metabolica, un insieme di malattie che include anche grasso addominale, alti livelli di zucchero nel sangue e livelli anormali di colesterolo o trigliceridi. Uno studio recente ha esaminato un fattore di rischio insospettabile a cui spesso non si da la giusta importanza e che invece non andrebbe sottovalutato. Nello specifico, è stata studiata la relazione tra il luogo in cui si vive, inquinamento atmosferico e il rischio di sviluppare pressione alta e sindrome metabolica. Gli autori hanno concluso che non solo il luogo in cui si vive ma anche il tipo di casa possono svolgere un ruolo significativo nel rischio di sviluppare ipertensione.

I fattori di rischio per pressione alta includono obesità, età, genetica e diabete ma anche uno stile di vita non sano come abuso di sale, alcol, fumo e stress. Alcuni ricercatori hanno studiato il potenziale impatto del luogo in cui viviamo. In tale ottica, gli scienziati dell’Università lituana di scienze della salute e dell’Università Vytautas Magnus, sempre in Lituania, hanno recentemente pubblicato nuove scoperte sul Journal of Public Health.

Inquinamento atmosferico e pressione alta: studi precedenti che hanno analizzato l’esposizione all’inquinamento atmosferico e il suo rapporto con l’ipertensione hanno prodotto risultati contraddittori. Tuttavia, una meta-analisi di 17 studi pubblicati sulla rivista Hypertension nel 2016 ha concluso: “I nostri risultati suggeriscono che l’esposizione a breve o a lungo termine ad alcuni inquinanti atmosferici può aumentare il rischio di ipertensione”.

Gli autori dell’ultimo studio, che utilizzano i dati di Kaunas, in Lituania, hanno prestato particolare attenzione all’esposizione media all’inquinamento atmosferico e alla distanza dagli spazi verdi e dalle strade principali. Hanno anche esaminato le differenze tra vivere in case multifamiliari, come condomini, e case unifamiliari private. In particolare, hanno cercato legami tra questi fattori e il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e alcune misure della sindrome metabolica: riduzione dei livelli di colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL, o colesterolo buono), alti livelli di trigliceridi, obesità e glicemia alta.

Lo studio ha utilizzato i dati di tre questionari presi da un totale di 1.354 individui che hanno vissuto nello stesso luogo per tutta la durata dello studio, ovvero 10 anni. Le domande riguardavano fattori quali il livello di istruzione, il consumo di alcol, lo stato di fumo, il livello di attività fisica, i farmaci per la pressione del sangue e il trattamento ipolipemizzante. Utilizzando l’indirizzo di ciascun partecipante, gli scienziati hanno potuto prevedere la loro esposizione all’inquinamento. Hanno anche calcolato la distanza dallo spazio verde più vicino, definito come un parco più grande di 1 ettaro (10.000 metri quadrati) e la vicinanza alle strade principali. I ricercatori hanno anche preso in considerazione una serie di variabili, tra cui indice di massa corporea, consumo di sale e livello di istruzione.

Secondo i risultati, l’esposizione a lungo termine ai livelli di inquinamento atmosferico sopra la mediana aumentava il rischio di avere un livello basso di colesterolo buono e livelli più alti di trigliceridi.

Lo studio ha anche suggerito che vivere a più di 200 metri da una strada principale ha aumentato il rischio di pressione alta.

Vita in condominio: È importante sottolineare che gli scienziati hanno scoperto che l’impatto dell’esposizione al traffico all’inquinamento atmosferico era significativo solo per coloro che vivevano in case multifamiliari o condomini. Per gli individui che risiedono in case unifamiliari, il loro rischio di ipertensione non aumentava, anche se sono stati esposti allo stesso livello di inquinamento.

Gli autori ritengono che questo sia a causa di altri fattori oltre che all’inquinamento, che vanno di pari passo con la vita in questi tipi di complessi. Ad esempio, vivere in condizioni relativamente ristrette potrebbe giocare un ruolo indipendente nell’aumentare il rischio di pressione alta. D’altro canto, i ricercatori hanno stabilito l’effetto positivo di vivere vicino agli spazi verdi pubblici. Gli autori scrivono che “Il rischio di incidenza di ipertensione arteriosa è maggiore per le persone che vivono a più di 300 metri da uno spazio verde”.

Agne Braziene, autrice principale dello studio, ha spiegato: “I nostri risultati ci permettono di dire che dovremmo regolamentare il più possibile lo spazio vitale nei condomini, migliorare l’isolamento acustico degli appartamenti e promuovere lo sviluppo di spazi verdi in case multifamiliari.”