Prevenire la demenza: 4 cose che puoi fare per ridurre il rischio

Patatine fritte, grassi e demenza, la possibile connessione

24 Ottobre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Le patatine fritte sono uno degli alimenti più gustosi ma non per questo alleati della salute. Gli acidi grassi presenti in questo tipo di prodotto, così come torte e biscotti possono mettere le persone a maggior rischio di demenza. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology, citato dal Daily Mail.

I ricercatori giapponesi hanno collegato questi grassi alla malattia dopo una ricerca su oltre 1.600 persone con più di 60 anni. Gli studiosi hanno scoperto che quelli con livelli più alti nel loro corpo di grassi trans avevano il 52% in più di probabilità di contrarre la demenza. L’evidenza suggerisce che possono causare infiammazioni dannose e l’accumulo di una proteina chiamata amiloide, entrambi collegati alla demenza.

Il dottor Toshiharu Ninomiya, autore senior dello studio giapponese, dell’Università di Kyushu in Giappone, ha dichiarato: “L’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto che i grassi trans siano eliminati in tutto il mondo entro il 2023. Questi sforzi per la salute pubblica hanno il potenziale per aiutare a prevenire i casi di demenza in tutto il mondo, per non parlare della riduzione delle malattie cardiache e di altre condizioni correlate ai grassi trans”.

Anche lo stress può aumentare la probabilità di farci perdere i ricordi quando invecchieremo. Questa la conclusione di uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, che consiglia di impegnarci nel diminuirlo per ridurre il rischio di demenza. Può presentarsi con spossatezza, depressione, mal di testa, attacchi di panico, ansia, insonnia, variazioni di peso, caduta dei capelli, tic.

I ricercatori dell’Università di Copenhagen si sono concentrati su uno dei sintomi caratteristici, ovvero l’esaurimento, un disagio psicologico che si manifesta con irritabilità, stanchezza e demoralizzazione. I principali ‘colpevoli’ sarebbero i livelli eccessivi dell’ormone cortisolo e i cambiamenti cardiovascolari legati allo stress.

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