Decalogo anti osteoporosi

Osteoporosi, 10 regole per proteggere le ossa

13 Novembre 2015 - di Mari

ROMA – Proteggere le ossa da fratture e danni causati dall‘osteoporosi è possibile. Basta seguire alcuni semplici accorgimenti nella vita di tutti i giorni. Consigli che si possono riassumere in: dieta sana e attività fisica. Ma anche niente fumo, poco alcol, tanto sole (stando ovviamente attenti ad essere protetti) ed esami quando servono.

Il decalogo per proteggere le ossa è stato stilato dalla Siot, la Società italiana di ortopedia e traumatologia. Sono 230mila ogni anno in Italia le fratture, causate soprattutto dall’osteoporosi. Un’epidemia in crescita che colpisce una donna su 4 dopo i 50 anni e un terzo delle over 60, ma che non risparmia nemmeno gli uomini. Ecco allora dieci semplici consigli per corre ai ripari finché si è in tempo.

  1. DIETA SANA – Un’alimentazione equilibrata, che preveda proteine, fibre, calcio e vitamina D è importante per lo stato di salute dell’osso. Il calcio è presente soprattutto nei latticini, in alcune acque e nella frutta fresca, mentre la vitamina D si trova in molti pesci come aringa, tonno e salmone. Yogurt e formaggi, ricchi di probiotici, e le fibre dei prebotici migliorano l’assorbimento dei sali minerali e dell’utilizzo di vitamine con effetti benefici sull’osso. Fondamentali anche le vitamine K, B12 e C, oltre a fitonutrienti e metalli chiave per la salute delle ossa e dell’organismo.
  2. ATTIVITA’ FISICA- Anche l’esercizio fisico ‘nutre’ l’osso ed è importante a tutte le età. Gli ortopedici consigliano di fare sport, preferibilmente aerobico, almeno tre volte alla settimana. Sconsigliate invece tutte le attività che prevedono contatto fisico o sollecitazioni verticali sul rachide, come la corsa. L’ideale è il nuoto, ma anche il ballo.
  3. SOLE – L’esposizione al sole è necessaria per attivare un quantitativo adeguato di vitamina D: bisognerebbe esporsi al sole almeno 10-20 minuti al giorno, soprattutto mani e viso. Questa quota è sufficiente in tutte le fasce di età e non nuoce alla cute. Il momento migliore è tra le 12 e le 13.
  4. NIENTE FUMO –  Abolire il fumo di sigaretta è fondamentale. Le tossine che produce interferiscono con l’attività delle cellule che ‘fabbricano’ l’osso, con effetti negativi sia sul metabolismo dell’osso che sulla sua guarigione dopo una frattura;
  5. POCO ALCOL – Bere 1-2 bicchieri di vino al giorno non ha effetti negativi sulle ossa, anzi, rallenta il turnover osseo riducendo il riassorbimento. Ma l’abuso di alcol può avere un effetto opposto, danneggiando gli osteoblasti e riducendo l’assunzione del calcio nel tratto gastrointestinale.
  6. ATTENZIONE ALLA SALUTE – Molte patologie hanno un effetto indiretto sulle ossa. Evitare l’insorgenza di malattie come diabete, insufficienza renale e distiroidismi, o comunque controllarne l’andamento, può avere effetti positivi sulla salute delle ossa.
  7. VITAMINA D – Deve essere assunta in quantità: se non basta quella legata all’alimentazione va presa attraverso degli integratori. 
  8. CADUTE – Un terzo degli over 65 cade ogni anno, e un decimo di questi riporta una frattura al femore. Le cadute rappresentano il 10% degli ingressi in pronto soccorso e il 6% dei ricoveri d’urgenza tra gli anziani. Attenzione quindi a calo della vista e ipovitaminosi, ma anche, più semplicemente, a tappeti, scale, pavimenti scivolosi e scarsa illuminazione.
  9. ESAMI – Ecco gli esami consigliati dalla Siot: eseguire esami ematici per escludere la presenza di un’osteoporosi secondaria; eseguire un esame radiografico della rachide dorsale e lombare in laterale, con valutazione morfometrica per individuare la presenza di crolli vertebrali; eseguire esame Dexa del collo femore e del rachide lombare ogni 2 anni, per valutare l’efficacia della terapia farmacologica e della progressione della patologia.
  10. CURE GIUSTE – Iniziare o continuare terapia farmacologica adatta al paziente e subordinata alla valutazione dei fattori individuali; iniziare o continuare supplementazione con vitamina D ed eventualmente anche con calcio; affidarsi a uno specialista del metabolismo osseo, in grado di seguire il paziente nel percorso sia diagnostico sia terapeutico e sappia fornire le prescrizioni più adeguate e aggiornate secondo le ultime ricerche scientifiche.