Mangiare hamburger e patatine può aumentare il rischio di Alzheimer

Mangiare hamburger e patatine può aumentare il rischio di Alzheimer

3 Agosto 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Mangiare hamburger e patatine può aumentare il rischio di Alzheimer. E’ quanto evidenzia un nuovo studio, che rileva che assumere fino a un quinto delle calorie giornaliere dagli alimenti trasformati porta a un declino cognitivo del 28% più veloce. La ricerca è stata presentata in occasione della giornata internazionale dell’Alzheimer’s Association del 2022 a San Diego, in California.

Per arrivare alle loro conclusioni, gli scienziati hanno seguito 10.000 persone dal 2008 al 2019. Ciascuno di loro consumava in media circa 785 calorie al giorno da alimenti trasformati, un 27% della propria dieta. Tre quarti hanno ottenuto più del 20 percento delle loro calorie dagli alimenti trasformati, con alcuni che ne hanno ricavati fino a tre quarti in questo modo.

I risultati hanno mostrato che coloro che mangiavano il cibo più trasformato, oltre un quarto delle calorie giornaliere, avevano un tasso di declino cognitivo del 28% più veloce rispetto a quelli che ne mangiavano di meno. Avevano anche un tasso di declino delle funzioni esecutive più rapido del 25%, l’area del cervello coinvolta nel processo decisionale e nell’elaborazione delle informazioni.

La dottoressa Claudia Suemoto, che ha preso parte alla ricerca, ha affermato: “Le persone devono sapere che dovrebbero cucinare di più e preparare il proprio cibo da zero. So che potrebbero non avere tempo, ma in realtà non ce ne vuole molto”. “E ne vale la pena perché proteggerai il tuo cuore e proteggerai il tuo cervello dalla demenza o dal morbo di Alzheimer. Questo è il messaggio da portare a casa: smetti di comprare cose che sono super elaborate”.

Il problema della demenza in Italia.

La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con un nuovo caso ogni 3 secondi. In Italia si stima colpisca oltre 1, 2 milioni di persone, che diventeranno 1,6 milioni nel 2030. Diverse le possibili cause ma la più comune, nel 60-70 per cento dei casi, è l’Alzheimer, malattia che interessa in genere le persone anziane, ma può avere anche un esordio giovanile.

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