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Ictus, conseguenze meno gravi se si fa sport

13 Aprile 2017 - di Mari

Ictus, le conseguenze sono meno gravi se si ha sempre fatto una vita attiva, con una attività fisica regolare, a prescindere dal proprio peso. E’ quanto emerge da uno studio condotto presso l’Università di Harvard.

I ricercatori, coordinati da Pamela Rist, hanno seguito per dodici anni 18mila persone di oltre 50 anni. Ogni due anni i volontari sono stati sottoposti ad interviste per valutare le loro abilità in attività base come vestirsi, lavarsi e mangiare, ma anche più complesse come cucinare o prendere i farmaci secondo le prescrizioni.

Gli studiosi, spiega il Corriere della Sera, hanno anche tenuto in considerazione valori come altezza e peso dei volontari e le loro abitudini in quanto ad attività fisica. Nei dodici anni dello studio 1.374 persone hanno avuto un ictus ma sono sopravvissute, mentre 479 sono morte a seguito dell’evento.

“Il 45 per cento di chi non ha avuto un ictus, ha spiegato Rist, era fisicamente attivo, contro il 43 per cento di chi lo ha avuto ma è sopravvissuto e il 26 per cento di chi ne è morto. I nostri dati mostrano chiaramente che l’inattività fisica prima di un ictus si associa a un minor grado di autonomia dopo l’evento. Fare movimento tre volte a settimana nei tre anni prima di un ictus si associa ad una maggiore indipendenza dopo”.

In Italia sono circa 200mila i casi di ictus ogni anno, di cui l’80% primi eventi e il 20% recidive, con un incremento del 2% circa in più l’anno. La causa dell’aumento dei casi è legata all’invecchiamento e si accompagna a una ridotta nella fase acuta, che comporta un aumento del numero dei pazienti che sopravvivono e hanno bisogno di riabilitazione. Ma il problema non riguarda solo gli anziani. Ci sono anche casi di ictus che hanno colpito giovani e giovanissimi.

 

 

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