Hiv, giornata mondiale contro Aids: casi in aumento in Italia

Hiv, giornata mondiale contro Aids: casi in aumento in Italia

1 Dicembre 2015 - di Mari

ROMA – La giornata internazionale per la lotta contro l’Aids si macchia di un record in negativo. Le infezioni, infatti, sono in aumento, in Italia come nel resto del mondo. L’allarme è comune a tutte le istituzioni, dall’Organizzazione mondiale della sanità al Centro Europeo di Controllo delle malattie alla Simit, la Società di Malattie Infettive e Tropicali.

Secondo gli infettivologi ogni anno 3.500-4.000 persone sono colpite dal virus nel nostro Paese, un numero in aumento negli ultimi anni, e sono in crescita nei sieropositivi anche le infezioni da sifilide.

Come spiega il dottor Francesco Castelli, della Clinica di Malattie infettive e tropicali dell’Università di Brescia,

“esistono evidenze di una sinergia negativa tra infezione sifilitica ed infezione da Hiv, con un impatto peggiorativo della sifilide sulla infezione da Hiv ed una maggiore suscettibilità dei pazienti HIV-positivi alle forme più gravi e neurologiche della sifilide (neurosifilide). Appare dunque essenziale una diagnosi precoce della infezione sifilitica nei pazienti”.

Secondo la Simit invece non c’è nessun rischio epidemia derivante dalle migrazioni. “Si pensi – scrivono gli esperti – che almeno il 20% della diffusione del virus dell’Hiv tra i migranti riguarda il contagio che avviene dopo l’arrivo in Italia: questo è il risultato di uno studio presentato pochi giorni fa a Barcellona al Congresso europeo sull’AIDS”.

È piuttosto la popolazione italiana, sottolinea la Lila, ad avere un rapporto problematico con il test dell’Hiv: è quanto emerge dal Rapporto 2015 dei centralini telefonici Lila. Il 20,62% delle 5703 persone che hanno chiamato la Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 non avevano mai fatto l’esame dell’Hiv, una percentuale che sale al 36% nella popolazione generale.

Come sottolinea il presidente della Lila, Massimo Oldrini,

“Fare il test rappresenta un problema: per sempre più persone si tratta di un dato che va di pari passo con il fatto che in Italia oltre il 50% delle persone scopre di avere contratto l’Hiv in una fase molto avanzata dell’infezione”.

Anche nel resto del mondo il problema Aids è lontano dall’essere risolto, nonostante molti risultati positivi negli ultimi anni. L’Ecdc pochi giorni fa ha sottolineato che non ci sono mai state così tante nuove infezioni in Europa cone nel 2014, e anche in Africa, sottolinea Msf, ancora c’è molto da fare. “Secondo il rapporto Unaids diffuso pochi giorni fa, il numero di persone in trattamento antiretrovirale è aumentato di 2,2 milioni rispetto all’anno precedente – dichiara Stella Egidi, responsabile medico di Medici senza frontiere – ma gli obiettivi ambiziosi fissati a livello globale (come la fine dell’epidemia entro il 2030) richiedono il superamento di diversi ostacoli che impediscono ancora a troppe persone di accedere alle cure o seguire il trattamento in maniera adeguata e continuativa”.

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