Mangiare funghi potrebbe ridurre il rischio di depressione

Mangiare funghi potrebbe ridurre il rischio di depressione

20 Ottobre 2021 - di Silvia_Di_Pasquale

Una nuova ricerca condotta dal Penn State College of Medicine rivela che i funghi sono alleati nella prevenzione della depressione.

I ricercatori hanno utilizzato i dati sulla dieta e sulla salute mentale raccolti da oltre 24.000 adulti statunitensi tra il 2005 e il 2016.

Gli studiosi hanno scoperto che le persone che mangiavano funghi avevano minori probabilità di soffrire di depressione.

Le persone con disturbi mentali sono tra quelle che hanno risentito di più dell’interruzione dei servizi a causa della pandemia da Covid-19. Gli operatori sanitari, le donne e i giovani sono state tra le categorie particolarmente colpite.

I funghi e l’ergotioneina.

I funghi contengono ergotioneina, un antiossidante che può proteggere dai danni alle cellule e ai tessuti del corpo.

Gli studi hanno dimostrato che gli antiossidanti aiutano a prevenire diverse malattie mentali, come la schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione.

Il ricercatore capo dello studio, il dottor Djibril Ba, ha spiegato:

“I funghi sono la più alta fonte alimentare dell’amminoacido ergotioneina, un antinfiammatorio che non può essere sintetizzato dall’uomo”.

“Averne alti livelli può ridurre il rischio di stress ossidativo, che potrebbe anche ridurre i sintomi della depressione”.

L’età media dei partecipanti alla ricerca era di 45 anni e la maggioranza (66%) erano bianchi non ispanici.

I ricercatori hanno osservato un’associazione significativa tra consumo di funghi e minori probabilità di depressione, tenendo conto di fattori socio-demografici, fattori di rischio, malattie auto-riferite, farmaci e altri fattori dietetici.

Bisogna specificare che non c’è stato alcun chiaro beneficio aggiuntivo con un’assunzione di funghi relativamente elevata.

“Lo studio si aggiunge alla crescente lista di possibili benefici per la salute derivanti dal consumo di funghi”, ha affermato Joshua Muscat, ricercatore del Penn State Cancer Institute e professore di scienze della salute pubblica.

Nota bene: questo articolo ha solo uno scopo illustrativo e non è in alcun modo sostitutivo del parere medico. Foto di congerdesign da Pixabay.