Encefalite da zecche: a Belluno due terzi dei casi italiani

Encefalite da zecche: a Belluno due terzi dei casi italiani

6 Dicembre 2014 - di Mari

BELLUNO –  Encefalite da zecche: a Belluno si concentrano i due terzi dei casi italiani. L’allarme è lanciato dal Gazzettino, che spiega come questo primato sia sicuramente un segnale da non sottovalutare, ma allo stesso tempo ponga Belluno in una posizione di primo piano da un punto di vista puramente clinico.

L’enecefalite fa paura, come spiega il primario di Malattie infettive, Ermenegildo Francavilla,

 “Perchè non vi è terapia. Si combatte con la prevenzione nell’ambiente e nel comportamento delle persone. Le zecche, che sono vettori anche di altre patologie, hanno una capacità proliferativa incredibile, non hanno nemici naturali e pur avendo il virus non si ammalano, ma fungono da serbatoio”.

Ci sono poi i casi di encefalite da vaccino, come quello recente di una donna di 87 anni di Potenza che si è ammalata dopo essersi sottoposta al vaccino antinfluenzale.

Ma per quanto riguarda l’encefalite da zecche, l’importante è fare attenzione a non entrare in contatto con gli animali che possono trasmetterla, perché fungono da serbatoio di trasmissione del battere: essi sono i roditori, le pecore, le capre e le marmotte.