Malati cronici? Fondamentale l’empatia medico-paziente

18 Settembre 2012 - di Mari

FILADELFIA – Non solo medici: anche il medico è importante per curare una malattia. E soprattutto il rapporto che si ha con lui. Se è buono, se c’è empatia, le probabilità che la terapia ottenga il successo sperato.

Questo discorso vale soprattutto per i malati cronici. In questi casi lo sforzo fatto dal medico per immedesimarsi nel paziente per capire meglio i suoi problemi è fondamentale.

A dirlo è uno studio dell’Università Jefferson di Filadelfia, negli Stati Uniti. I ricercatori hanno usato la Scala Jefferson dell’empatia (JSE), che misura il livello di empatia nel contesto della cura dei pazienti.

Dai dati raccolti si è scoperto che più c’è empatia tra medici e pazienti e più questi ultimi, malati cronici, riuscivano a tenere sotto controllo i due valori medici presi come riferimento, cioè l’emoglobina e il colesterolo.

Gli autori della ricerca hanno anche sottolineato che l’importanza dell’empatia potrebbe portare ad insegnamenti specifici ai medici, in modo da rendere più efficaci le cure.

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