Smart working e cefalea, sentirci soli e decontestualizzati ha un impatto negativo

Emicrania e grasso addominale: rischio quasi raddoppiato

30 Settembre 2020 - di Silvia_Di_Pasquale

Il sovrappeso e il grasso addominale possono aumentare il rischio di soffrire di emicrania.

L’obesità potrebbe quasi raddoppiare la possibilità di avere attacchi di emicrania.

A queste conclusioni è arrivato uno studio pubblicato su The Journal of Headache and Pain e condotto presso la Division of Clinical Neuroscience, dell’Università ospedaliera di Oslo.

La ricerca evidenzia quando sia importante nella prevenzione della malattia il ruolo della dieta e l’attenzione a non eccedere con i chili di troppo. 

Lo studio ha coinvolto 33.176 adulti, di cui 4290 (12,9%) soffrivano di emicrania, 4447(13,4%) di cefalea tensiva, 24.439 senza mal di testa (gruppo di controllo).

L’obesità risulta associata a un rischio del 45% maggiore di emicrania con e senza aura, e al crescere del peso aumenta il rischio.

Il sovrappeso è risultato associato a un rischio dal 15 al 25% maggiore di emicrania.

Il grasso addominale è risultato associato a un rischio del 29% maggiore di emicrania, rischio che si impenna all’89% (quasi doppio) negli individui under-50.

Discorso diverso per la cefalea tensiva, che non risulta collegata a obesità o sovrappeso.

Restano ancora da capire i meccanismi biologici che attuano il collegamento tra obesità, grasso addominale ed emicrania.

Una delle possibili spiegazioni è da trovare nel ruolo dei processi infiammatori e l’infiammazione cronica che si associano ai chili di troppo.

Nello specifico, il grasso addominale rilascia sostanze pro-infiammatorie che possono influenzare il sistema nervoso, concludono gli esperti.

La diagnosi dell’emicrania.

Chi soffre di emicrania aspetta in media 7 anni per avere una diagnosi, 4 se è un uomo, 8 se è una donna.

Nella gran parte dei casi c’è molta sottovalutazione di quella che è una vera e propria malattia, non un disturbo.

Nel mondo ne soffrono oltre 90 milioni di persone, di cui 7 milioni in Italia.

La prevalenza nel nostro Paese è del 9% negli uomini e quasi quadrupla nelle donne.

La scorsa estate la cefalea cronica è stata riconosciuta come malattie sociale.