Broccoli, un aiuto contro diabete e picchi glicemici

Broccoli, un aiuto contro diabete e picchi glicemici

28 Febbraio 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Tenere a bada i picchi glicemici quando si soffre di diabete è molto importante. I soggetti diabetici devono quotidianamente controllare la glicemia, ossia la quantità di zucchero nel sangue, e tenerla sotto controllo in modo da non incorrere in iperglicemia (livelli troppo alti di glucosio nel sangue) o ipoglicemia (livelli di glucosio nel sangue troppo bassi). A tal proposito, uno studio del 2017 ha dimostrato che i germogli dei broccoli potrebbero contenere una sostanza in grado di controllare la glicemia e ridurre lo zucchero nel sangue a digiuno (uno dei parametri per misurare la gestione della malattia).

Il merito sarebbe dell’antiossidante sulforafano contenuto nei germogli delle crucifere. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Lund, in Svezia, su 97 pazienti affetti da diabete di tipo 2.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, ha mostrato le proprietà del sulforafano, già noto in medicina, al centro anche di uno studio recente condotto nel Regno Unito che ne ha evidenziato la capacità di contrastare i danni cardiovascolari tipici dei diabetici.

Vi è un bisogno stringente di nuove cure per il diabete 2, che è ormai una malattia epidemica a livello globale con 300 milioni di malati nel mondo. La necessità è accresciuta dal fatto che molti pazienti non riescono a tenere sotto controllo la malattia con i farmaci oggi disponibili.

I ricercatori svedesi hanno selezionato il sulforafano tra quasi 3.900 composti chimici e confrontato le potenzialità dell’estratto vegetale con un placebo in una sperimentazione di 12 settimane su pazienti obesi diabetici che non avevano un buon controllo della malattia. Rispetto al placebo l’estratto ha mostrato la capacità di ridurre la glicemia a digiuno.

In test in provetta la molecola riduce la produzione di zucchero da parte delle cellule epatiche e ripristina un equilibrio nelle alterazioni dell’attività dei geni tipiche della malattia, ristabilendo una attività genica più simile a quella degli individui sani.