Formaggio, alleato contro stress e colesterolo cattivo

Formaggio, alleato contro stress e colesterolo cattivo

7 Maggio 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Buone notizie per chi ama il formaggio: questo alimento, indicato per decenni come nemico numero uno della salute e in particolare delle arterie e del colesterolo, farebbe in realtà bene. Non solo a livello cardiovascolare ma anche mentale. Nello specifico, un recente studio dei ricercatori dalla Fondazione Edmund Mach (Fem) di San Michele all’Adige hanno scoperto gli effetti benefici di due ceppi di batteri identificati nei formaggi a latte crudo prodotti in Trentino, che sarebbero ottimi alleati contro lo stess.

Si tratta del Streptococcus thermophilus 84C e del Lactobacillus brevis DSM-32386, registrati in una apposita banca dati. I due ceppi, individuati analizzando un centinaio di campioni di latte e formaggio di malga, sono in grado di produrre elevate concentrazioni di acido y-amminobutirrico (Gaba), un neurotrasmettitore con proprietà calmanti. “I formaggi prodotti con i ceppi batterici – dice la ricercatrice Elena Franciosi – contenevano quantità di Gaba più alte rispetto ai formaggi prodotti usando ceppi batterici commerciali”. La scoperta, pubblicata sulla rivista “Frontiers in Microbiology”, è stata possibile grazie alla collaborazione con il Dipartimento di agronomia dell’Università di Padova e con i ricercatori dell’Unità di chimica vitienologica e agroalimentare del Centro trasferimento tecnologico.

Solo pochi mesi fa i formaggi sono stati anche riabilitati a pieno titolo contro la lotta al colesterolo. Consumati in una corretta dieta Mediterranea riducono infatti il rischio di far ‘sballare’ i giusti livelli ematici di trigliceridi e di colesterolo ‘buono’ (HDL). I prodotti lattiero-caseari fermentati, come lo yogurt, inoltre, non sono associati con l’ipercolesterolemia pericolosa sindrome metabolica. Lo rivela Assolatte, citando i risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica “Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases” che assolve il consumo di prodotti caseari anche nelle persone che hanno un alto rischio cardiovascolare.

Dalla ricerca condotta su 6572 tra uomini e donne con un’età media di 65 anni e con problemi di sovrappeso od obesità, ossia ad alto rischio cardiovascolare, è emerso un miglior quadro clinico tra chi seguiva un’alimentazione di tipo mediterraneo con alti consumi di formaggi. Il dato più interessante, sottolinea Assolatte, riguarda il rapporto tra consumo di formaggi e ipertrigliceridemia: infatti, i livelli di trigliceridi nel sangue sono risultati inversamente associati ai consumi di formaggi. In altre parole, gli anziani che ne mangiavano di più hanno evidenziato meno problemi di un eccesso di trigliceridi nel sangue, come anche una minor incidenza di bassi valori di colesterolo HDL nel sangue.

Un’evidenza che conferma quanto indicato da uno studio dell’Università di Soochow, da cui è emerso il ruolo preventivo dei lipidi dei prodotti lattiero-caseari nell’ipercolesterolemia. E’ emerso anche che in chi seguiva la dieta mediterranea, tutti i prodotti lattiero-caseari fermentati, dai formaggi agli yogurt, non hanno provocato alcun rischio di sindrome metabolica, caratterizzata da un insieme di fattori di rischio per l’arteriosclerosi che aumentano di 2-3 volte la probabilità di malattia cardiovascolare. (ANSA).