cioccolata calda

Cioccolata o alcool in inverno “per scaldarsi”? No, fanno male lo stesso e non “scaldano”

22 Febbraio 2012 - di Claudia Montanari

Diciamolo, per la maggior parte di noi “freddo rigido” fa rima con cioccolate calde, fritti sostanziosi e piatti più ricchi del solito. Un po’ perchè ci si nasconde sotto i cappotti, un po’ perché il freddo stimola il metabolismo, ci sentiamo in inverno quasi “obbligati” a ricorrere a pietanze… piuttosto “nutrienti”.

Eppure oggi uno studio conferma: anche se fuori fa freddo, mangiare ci bi troppo conditi non fa affatto bene, anzi. Infatti, quando le temperature esterne sono molto rigide, tendiamo a passare più tempo possibile in luoghi caldi, ed è proprio la nostra progressiva riduzione dell’esposizione al freddo che, secondo la revisione pubblicata da Obesity Reviews, è una delle cause principali del repentino dilagamento del problema dell’obesità. La termogenesi infatti (la produzione di calore da parte dell’organismo), che porta il bruciamento di molte calorie, è messo a dura prova dalla nostra nuova abitudine di rifugiarci più tempo possibile in luoghi caldi.

Si legge dul Corriere della Sera: “Questo adattamento sembra coinvolgere tutti i fenomeni di termogenesi, che non avviene solo in risposta al freddo, ma anche quando mangiamo (termogenesi indotta dalla dieta). «In effetti — commenta Patricia Iozzo, ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa — il comfort ci protegge da alcune malattie ma ci espone al rischio di svilupparne altre, come il sovrappeso. Quando la nostra capacità di effettuare termogenesi si riduce, bisogna mangiare meno o muoversi di più e ricordarci che le bevande alcoliche sono ricche di calorie e non aiutano a scaldarsi. Una strategia sulla quale molti esperti stanno lavorando è quella di aumentare la quantità o l’attività dei tessuti che hanno una grande capacità termogenetica, come il grasso bruno, presente in modeste quantità nell’età adulta, che ha la caratteristica di attivarsi con il freddo e produrre termogenesi consumando calorie.

Insomma, si scoprono anche gli altarini (dolorosi) sull’alcool. E dire che la scusa perfetta, soprattutto in montagna, era “bevi un po’ che ti scaldi”.

Come fare, allora, per prevenire il dannoso assopimento della termogenesi? Sul Corriere della Sera si legge che uno studio pubblicato su Nature sostiene che fare costantemente attività fisica aiuta notevolmente perchè ” porterebbe il muscolo a produrre un ormone, “irisina” , che determina la trasformazione del grasso bianco in grasso bruno. «In inverno, dunque, dedicare una mezz’ora al giorno a una passeggiata, coperti ma non più del necessario, ha dunque un triplice valenza: alle calorie spese per l’attività fisica, si aggiungono quelle spese dal grasso bruno per produrre termogenesi, e per di più si incrementa la quantità stessa di questo prezioso grasso» conclude Saverio Cinti, direttore del laboratorio di anatomia e biologia cellulare dell’Università di Ancona e coautore dello studio pubblicato da Nature.

Tutti al parco a fare jogging, dunque, la termogenesi (e l’organismo) vi ringrazieranno.