L'isolamento sociale potrebbe favorire il rischio di demenza

Anziani e over 50, la solitudine è peggio dell’obesità

24 Febbraio 2014 - di Mari

CHICAGO – La solitudine fa più male dell’obesità. E non solo agli anziani: basta avere più di 50 anni. A mettere in luce gli aspetti devastanti del non avere nessuno vicino è uno studio dell’Università di Chicago, che ha evidenziato che gli over 50 più soli avevano il doppio delle probabilità di morire nei sei anni in cui sono stati tenuti sotto osservazione.

Paragonati alla persona media dello studio, i solitari avevano il 14% di rischio in più di morte prematura, due volte la percentuale degli obesi, e poco meno dei poverissimi (più 19%).

Già in precedenza diversi studi hanno mostrato un collegamento tra solitudine e una serie di problemi di salute, dall’ipertensione all’abbassamento delle difese immunitarie, un più alto rischio di depressione, ictus e infarto.

In un libro recente, John Cacioppo, psicologo dell’Università di Chicago, ha paragonato il dolore della solitudine al dolore fisico. Cacioppo non è il solo a ritenere che è in corso nel mondo uno “tsunami d’argento” a causa dei figli del baby boom che raggiungono l’età della pensione: lo psicologo ha allertato gli anziani in procinto di lasciare il lavoro di pensarci due volte o quanto meno non abbracciare l’approccio americano che prevede spesso uno sradicamento dall’ambiente consueto e il trasferimento nella “seconda casa”.

“Abbiamo una nozione della pensione tutta di fantasia”, ha osservato lo psicologo: “Pensiamo che significhi lasciare amici e famiglia, comprare una casa in Florida dove il tempo è mite e vivere da allora in poi felici e contenti. Probabilmente non è l’idea migliore: vanno incontro a una migliore vecchiaia gli anziani che continuano ad interagire con colleghi e amici”. 

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