New York, i passeggeri di un taxi diventano “arte” a loro insaputa

20 Marzo 2013 - di aavico

New York – Arte di vita. Vita che diviene arte, all’insaputa dei protagonisti: è ‘9y40’, sfrontata opera di pop art realizzata dal filmmaker, artista e tassista Daniel J. Wilson, che ha immortalato nel suo taxi una fetta di vita reale della Big Apple registrando segretamente le conversazioni dei passeggeri e ricavandone frammenti di ordinaria vita cittadina.

Originario del Canada, l’artista 35enne ha saputo sfruttare uno spazio in cui le persone hanno la falsa impressione che il conducente non esista o non ascolti, rivelando così la vera immagine di se stesse, i propri problemi, le proprie incertezze, convinzioni e gelosie. A differenza di un parrucchiere e di un barista, che viene reso partecipe di spaccati di vita reale dei suoi clienti, ma deve fingere di essere interessato, il conducente di taxi gode di quell’illusione di isolamento che gli permette di sapere senza partecipare.

Il tutto, senza distinzioni di religione, razza, estrazione sociale perché tutta New York si sposta il taxi. Dopo avere ottenuto la licenza per condurre gli ‘yellow cab’ newyorkesi, Wilson ha registrato i dialoghi, telefonici e non, dei suoi passeggeri per un mese durante il suo turno dalle 17 alle 5 e ne ha poi ricavato un montaggio audio molto originale.

L’opera è stata reinserita nel suo contesto e viene fatta ascoltare ai nuovi passeggeri del taxi di Wilson, molti dei quali provano con attenzione e un pizzico di timore a riconoscere una voce nota, parole già dette. Qualcuno non sarà contento di esser divenuto parte di un’opera d’arte senza dare il proprio consenso, magari rivelando al mondo dettagli segreti della propria vita.

Prima di presentare la sua creazione al pubblico, Wilson si è consultato con alcuni avvocati, che gli hanno assicurato che l’aver registrato ed utilizzato le voci dei protagonisti della sua opera a loro insaputa non avrà gravi conseguenze legali.