Il tumore al seno? Ne esistono 10 tipi diversi

19 Aprile 2012 - di luiss_edalto

CAMBRIDGE – Quello che chiamiamo tumore al seno in realtà potrebbe essere pensato come 10 malattie l’una diversa dall’altra, secondo quanto scoperto da uno studio internazionale: tramite l’analisi del dna dei ricercatori inglesi e canadesi hanno infatti individuati 10 sottotipi di cancro alla mammella, ognuno con la sua propria impronta genetica. Una scoperta che, come spiega la ricerca pubblicata sulla rivista ‘Nature’, potrebbe migliorare le terapie consentendo di progettare farmaci per l’esatto tipo di cancro della paziente e aiutare a prevedere la sopravvivenza in modo più accurato. Per far capire l’importanza della loro scoperta, i ricercatori usano una metafora ‘geografica.

”I test in uso negli ospedali sono piuttosto generici e dividono il cancro al seno in continenti – spiega Carlos Caldas, dell’università di Cambridge – Con questa scoperta invece riusciamo ad avere una mappa più dettagliata, che ci consente di trovare i singoli Paesi”. Attualmente i tumori del seno sono infatti classificati in base alla presenza o meno di pochi marcatori o proteine presenti sulla superficie delle cellule cancerose. Con questa scoperta invece i medici potranno classificare i tumori in base alla presenza, assenza o attività di piccolissimi pezzi di codice di dna. Un risultato a cui sono arrivati dopo aver analizzato 2mila campioni congelati di tessuto tumorale prelevati 5-10 anni fa da donne inglesi e canadesi. Ogni sottotipo di tumore identificato ha delle caratteristiche definite in termini di variazioni di dna e attività genetica, che possono fare la differenza nella prognosi del paziente.

”Il tumore al seno non è un’unica malattia, ma 10 diverse. I nostri risultati permetteranno ai medici di diagnosticare il tipo di cancro al seno che una donna ha – continua Caldas – e i farmaci efficaci nel modo più accurato possibile. Oltre il 70% dei tumori al seno risponde alle terapie ormonali, ma la loro reazione è molto varia. Alcuni reagiscono bene, altri malissimo”. In futuro quindi si potrebbe arrivare ad avere test genetici per decidere la migliore opzione terapeutica e già a breve si potranno ‘progettare’ meglio le prossime sperimentazioni cliniche. La ricerca, condotta in collaborazione con l’università della British Columbia di Vancouver, ha scoperto anche che alcuni geni possono favorire o meno la diffusione del cancro, e potranno quindi essere presi come bersaglio per lo sviluppo di nuovi farmaci. Tuttavia ci vorranno almeno tre anni perché questi risultati possano essere usati in ospedale.