Coldiretti: “Italiani comprano meno frutta, più esposti all’influenza”

18 Marzo 2013 - di aavico

Roma – Il colpo di coda dell’inverno con il ritorno del maltempo preoccupa in una stagione in cui l’influenza ha già colpito 5,3 milioni di italiani con un aumento del 15 per cento rispetto allo scorso anno (4,6 milioni), anche per il crollo del consumo di ortofrutta provocato dalla crisi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nella stagione invernale (dicembre, gennaio e febbraio) gli italiani hanno tagliato di circa il 4 per cento gli acquisti di verdura e frutta come kiwi, arance, mandarini e clementine particolarmente importanti nella prevenzione per l’elevato contenuto in vitamina C. I pericoli – sottolinea la Coldiretti – non sono peraltro finiti con circa 60mila italiani a rischio per i virus intestinali che con gli sbalzi termici di questi giorni trovano l’habitat ideale per moltiplicarsi e diffondersi, secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano.

Le difficoltà economiche – rileva la Coldiretti – hanno provocato un profondo cambiamento degli stili di vita degli italiani a partire dall’alimentazione con effetti anche sulla salute. Si registra un pericoloso abbandono dei principi base della dieta mediterranea che è universalmente conosciuta come importante nella prevenzione delle malattie, da quelle di stagione a quelle cardiovascolari fino ai tumori. Un elisir di lunga vita che combatte l’invecchiamento e che ha fino ad ora garantito agli italiani una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le piu’ elevate al mondo.

Nel corso del 2012 molti italiani hanno invece abbandonato i principi base della dieta mediterranea con un calo nei consumi familiari di pesce fresco (-3 per cento), vino (-3 per cento), ortofrutta (-2 per cento) e olio di oliva (-1 per cento) anche se hanno portato in tavola piu’ pasta (+1 per cento), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. A variare non è stato pero’ solo il menu ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con un preoccupante forte aumento della presenza di cibi low cost che non sempre sono in grado di garantire standard di qualità e sicurezza elevati. Ad esempio – sottolinea la Coldiretti – sono aumentati del 17 per cento gli acquisti di olio di oliva nei discount mentre sono diminuiti del 3 per cento nei supermercati e addirittura del 31 per cento nel dettaglio tradizionale.

Secondo il rapporto Istat/Cnel sul benessere 2013, in Italia solo il 18,4 per cento della popolazione ha consumato quotidianamente almeno quattro porzioni tra frutta, verdura e legumi freschi che garantiscono l’assunzione di elementi fondamentali della dieta come vitamine, minerali e fibre che svolgono una azione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante. Ma con la crisi in un anno – precisa la Coldiretti – è anche praticamente raddoppiata al 12,3 per cento la percentuale di italiani che dichiara di non poter approntare un pasto adeguato in termini di apporto proteico ogni due giorni. Il risultato – sostiene la Coldiretti – è un indebolimento fisico che rende gli italiani più vulnerabili alle malattie.