Tagliare 1 grammo di sale al giorno può ridurre il rischio di ictus

Tagliare 1 grammo di sale al giorno può ridurre il rischio di ictus

18 Agosto 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Anche solo il taglio di appena 1 grammo nell’assunzione giornaliera di sale potrebbe scongiurare quasi 9 milioni di casi di malattie cardiache e ictus e salvare 4 milioni di vite entro il 2030. Lo suggeriscono le stime di uno studio di modelli pubblicato sulla rivista BMJ Nutrition Prevention & Health. Un’elevata assunzione del condimento fa aumentare la pressione sanguigna e quindi il rischio di malattie cardiovascolari. La Cina è uno dei Paesi dove si consuma più sale e questo rappresenta un problema per la salute pubblica.

“Il piano d’azione del governo cinese ‘Healthy China 2030’ include raccomandazioni nutrizionali per ridurre l’assunzione di sale, zucchero e olio. Questo studio di modelli mostra che la sola riduzione del sale potrebbe portare enormi benefici per la salute dell’intera popolazione cinese”, affermano i ricercatori, aggiungendo che una riduzione giornaliera dell’assunzione di 1 g “sarebbe facilmente ottenibile”.

Ma sottolineano che le loro “stime si basano su riduzioni di sale non solo per essere raggiunte, ma anche sostenute nel tempo, il che potrebbe essere una grande sfida dati i modelli dietetici in rapida evoluzione visti in Cina data la sua rapida urbanizzazione”. Concludono che “le prove dei sostanziali benefici della riduzione del sale in Cina sono coerenti e convincenti. Raggiungere e sostenere la riduzione del sale nella popolazione in Cina potrebbe prevenire milioni di eventi cardiovascolari e decessi non necessari. Data la vastità della popolazione cinese, questo sarebbe anche portare grandi benefici alla salute globale”. (Fonte: Medical X Press).

Ipertensione, gusto si abitua in fretta a dieta con poco sale.

Ridurre il consumo del condimento senza che ciò sia percepito come una privazione è possibile e permette di ridurre la pressione arteriosa nelle persone più a rischio. È quanto è emerso da un piccolo studio condotto all’University of Kentucky di Lexington (Usa) presentato nel corso del congresso EuroHeartCare della European Society of Cardiology (ESC).

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