Anoressia già a 9 anni: "Insalata sotto il cuscino per non mangiare"

Anoressia già a 9 anni: “Insalata sotto il cuscino per non mangiare”

21 Ottobre 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – È stata battezzata “baby anoressia” perché colpisce le bambine già a 9 anni. Bimbe piccole, piccolissime, che soffrono di disturbi dell’alimentazione, che sono ossessionate dal proprio corpo e si controllano morbosamente allo specchio. In alcuni casi arrivano addirittura a nascondere l’insalata sotto il cuscino pur di non mangiarla.

Il fenomeno della baby anoressia sta crescendo a vista d’occhio e gli esperti lanciano l’allarme. Stefano Vicari, responsabile dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, ha dichiarato a margine della presentazione della docufiction ‘Disordini‘, realizzata da Rai Educational:

L’anoressia, e in generale i disordini dell’alimentazione, sono in forte aumento negli ultimi anni, ma soprattutto si sta abbassando l’età dei pazienti: trattiamo bambine anoressiche di 9 anni, spesso tanto gravi da richiedere il ricovero. E i maschi non sono da meno: è recente il caso di un piccolo di 9-10 anni”.

A novembre, poi, le storie raccolte dai medici dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile diventeranno un libro: ‘L’insalata sotto il cuscino’ (Tea).

“Si tratta di vicende drammatiche, situazioni spesso molto gravi che ci costringono al ricovero”, dice Vicari, ricordando che i disordini alimentari siano la seconda causa di morte tra gli adolescenti. Al Bambino Gesù vengono seguiti circa 300 casi di anoressia l’anno.

Scrive Costanza Di Nunno su il Giornale:

“Con sguardo impietoso si controllano ossessivamente allo specchio, pronte a cogliere ogni minima imperfezione; il corpo appare loro goffo, brutto, inadeguato a relazionarsi con i coetanei. E così pian piano vengono trascinate nel vortice della malattia. Arrivano addirittura a nascondere l’insalata sotto il cuscino per ingannare i genitori e far credere di aver mangiato almeno quello.

Molto spesso le mamme e i papà ignorano o trascurano i primi segnali di disagio e si accorgono troppo tardi del problema. Solo la visita pediatrica permette di aprire gli occhi sull’inquietante realtà. “Sarebbe bene preoccuparsi quando il ragazzino cambia in modo marcato il suo comportamento: lunghi silenzi, rifiuto di uscire, salto dei pasti o problemi con il sonno, e scatti improvvisi non vanno sottovalutati“, avvertono i medici”.

Stefano Vicari spiega: “Fra le richieste in forte aumento, ci sono anche quelle di bimbi con dislessia e autismo e di adolescenti con schizofrenia, un problema che ricerche internazionali hanno collegato all’uso di sostanze”. Il fatto è che spesso nell’adolescenza si sottovalutano segnali che, avverte Vicari, rappresentano importanti ‘spie’ per intercettare un disturbo psichiatrico.