Fausto Di Pino, modello ricomincia "senza capelli" dopo chemio FOTO, VIDEO

Fausto Di Pino, modello ricomincia senza capelli dopo chemio

16 Gennaio 2016 - di lbriotti

ROMA – Ci sono due spartiacque nella vita di Fausto Di Pino, modello fiorentino di 26 anni. Il primo, terribile, nell’estate del 2015 quando, a metà luglio, ha scoperto di avere il cancro, precisamente un linfoma di non Hodgkin. L’altro, il 14 gennaio, dall’esito opposto, quando le ultime analisi certificavano che aveva vinto la sua battaglia contro la malattia. In mezzo, tanta speranza, qualche delusione, una immensa dimostrazione di amicizia e amore da parte di tante persone e diversi cicli di chemioterapia. Che gli hanno fatto perdere i capelli, ma non la speranza di vivere e di lavorare facendo il modello.

Dopo un periodo di cure, che si è concluso a dicembre, Fausto ora vuole tornare a lavorare, a sognare, a vivere come un qualsiasi ragazzo della sua età. E, per inaugurare in bellezza questo nuovo corso della sua vita, quale auspicio migliore dell’essere stato scelto dal magazine online StarsSystem per il primo editoriale dell’anno, uscito oggi 15 gennaio.

Ho voluto fortemente Fausto perché sono dell’avviso che il lavoro di modello porti con sé una serie di messaggi che vanno al di là dell’aspetto esteriore. Ho sempre desiderato, per i nostri editoriali moda, talenti che avessero anche un’anima, un qualcosa da dire – ha dichiarato a LaPresse Alessandro Nava, direttore di StarsSystem magazine – trovo fantastico Fausto, mi piace la sua immagine e ciò che porta con sé, quindi credo che sia l’uomo giusto per il primo editoriale 2016. Anche nella cattiva sorte, la mente deve sempre andare in una direzione ottimista e propositiva e Fausto incarna tutto questo”.

Ora che sta bene, Di Pino vuole raccontarsi, finalmente senza più pesi sul cuore. Perché la sua storia, spiega a LaPresse, “aiuti tante altre persone a guardare avanti e non mollare”.

Fausto, come hai scoperto la malattia?  

Dopo un lungo periodo di lavoro in Asia, sono tornato in Italia per vivere a Milano con la mia ragazza. Il 3 luglio del 2015, durante una festa in piscina, mi sono dato un pugno sul petto per scacciare via un moscone. Dopo alcuni giorni è scaturito in quel punto un dolore molto forte, con fitte interne, che mi ha allarmato. Così sono andato a fare una radiografia per capire cosa avessi, anche perché il 20 luglio sarei dovuto partire per la Germania, per lavoro.

Cosa ha evidenziato la radiografia?  

Il radiologo mi disse di approfondire con una TAC, perché non risultava niente di rotto, quindi voleva capire meglio di cosa si trattasse. Così il giorno dopo ho fatto la TAC, tramite la quale si è evidenziata una massa di linfonodi che cresceva a dismisura. Mi dissero che era necessario fare al più presto una prima visita oncologica.

Ti sei fatto quindi visitare da un oncologo?  

Mi sono fatto vedere a Milano all’Istituto Nazionale dei Tumori: i medici, dopo aver visto la TAC mi dissero che secondo loro si trattava di un linfoma. Abbiamo fatto quindi una biopsia e, nel frattempo, anche la terapia del dolore: il male era sempre più forte e rischiavo persino una trombosi. Mi hanno diagnosticato un linfoma di non Hodgkin e mi dissero che l’unico modo per debellarlo era la chemioterapia.

Hai cominciato subito le cure?

Sì, ho iniziato la chemioterapia, che consisteva nel fare un ricovero di sei giorni in ospedale ogni 20 giorni. In quella settimana mi iniettavano i farmaci in vena, che mi facevano stare molto male: avevo nausea, diarrea, giramenti di testa, ero spossato e di malumore. Quando tornavo a casa, poi, dovevo vedermela da solo. Due volte a settimana facevo gli esami del sangue e la visita dalla dottoressa, che mi dava le cure domiciliari. Ho fatto sei cicli di chemio, da agosto fino al 14 dicembre.

Terminata la chemio, che cosa è successo?  

Ho avuto una ricaduta in una neutropenia febbrile, che mi ha portato di nuovo a un ricovero e a passare il Natale in ospedale, solo e lontano dalla mia famiglia: loro erano a Firenze e io non volevo scomodarli. Ho sofferto, ma ero sicuro di farcela da solo. Il 28 dicembre sono uscito anche da questa ricaduta e sono tornato in Toscana, dove ho festeggiato l’inizio dell’anno con loro.

Lavoravi presso un’agenzia di moda. Come si è comportata con te rispetto alla malattia?

Durante l’ultimo ciclo di chemio sono andato in agenzia perché volevo lavorare e mi sono trovato un muro davanti: mi hanno detto che non volevano proporre ai clienti la mia immagine, perché un look come il mio durante le sfilate non era ‘consono’ alla situazione, poteva essere debilitante e avrebbe impietosito le persone.

Come hanno motivato questa decisione?  

Mi dissero che volevano proteggere la mia immagine dal fatto che il cliente mi categorizzasse come ‘malato per sempre’, ma qualora avessi ripreso le mie sembianze ‘normali’ e il mio look originale avrei potuto ricominciare a fare il mio lavoro. Io risposi che secondo me così facendo non proteggevano me, ma solo la loro immagine di agenzia. Abbiamo discusso fortemente.

Che cosa hai provato dopo quel rifiuto?  

Mi sono sentito tradito, perché dopo due anni che lavoravo per loro mi sono sentito escluso, non mi hanno dato la possibilità di propormi ai clienti così come sono. Io non voglio lavorare per forza, ma voglio avere le stesse possibilità degli altri di poterlo fare”.

Adesso chi ti sta seguendo sul lavoro?  

Ho cambiato agenzia, ora lavoro con Elite Milano. Mi hanno accolto molto bene non pensando al mio aspetto legato alla malattia, ma all’immagine che rappresento, che secondo loro è bella, fine ed elegante. Ci stiamo provando: vedremo il responso dei clienti durante la settimana della moda, che è impegnativa e concorrenziale. Ci sono tantissimi ragazzi molto giovani, ma io non temo nessuno. Mi metto al pari degli altri e vediamo se piacerò. Mi sento forte e pronto a ricominciare con un look diverso.

Intanto, ieri hai ricevuto, finalmente, la notizia che aspettavi da mesi.

Ho avuto l’ultimo esame il 12 gennaio e il 14, ieri, mi sono arrivati i risultati della PET: non ci sono più in circolo cellule tumorali nel mio corpo.

Ora puoi archiviare questa brutta esperienza?  

Sì, anche se ogni tre mesi dovrò fare i controlli, perché potrebbero esserci delle ricadute. Se nei prossimi 4 anni andrà tutto bene, allora potrò smettere di farli”.

C’è qualcosa che vuoi dire a chi sta per affrontare un percorso come il tuo?  

Sì. Non mollate mai, fatevi forza, siate positivi e pensate alla vita che avete davanti, a quello che c’è di bello ancora da vivere. Vivete giorno dopo giorno, fatevi aiutare dalla famiglia e dagli amici e non arrendetevi. E, soprattutto, non permettete che il pensiero negativo della bestia che avete dentro prenda il sopravvento.

Dopo la malattia, è cambiato il tuo approccio alla vita?  

Sì, moltissimo. Sono meno superficiale per alcuni aspetti e più ‘leggero’ per altri, ho dato un’altra scala di priorità. Vivo la vita giorno per giorno così come viene e soprattutto non mi arrabbio più per le piccole cose: ho superato uno scoglio davvero grosso e quindi affronto meglio i problemi di ogni giorno. Che, ora, mi sembrano piccolissimi”.

E la redazione di StarSystem, sul web pubblica questo video in cui Fausto si taglia i capelli come a voler dire che, anche con il cranio calvo per via della chemio, si può lavorare come modello. “I capelli hanno cominciato a cadere e così ho deciso di radermi a zero” ha detto Fausto.

Le foto di Fausto prima e dopo il cancro.