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Report – Amadori: “Antibiotici e polli precari”. Azienda replica

31 Maggio 2016 - di Claudia Montanari

ROMA – Report – Amadori: “Antibiotici e polli precari”. L’azienda replica. Nell’ultima puntata, Report si è occupata della somministrazione di antibiotici agli animali negli allevamenti. Nello specifico, il programma ha parlato di un allevamento Amadori in cui i polli sembravano versare in condizioni precarie e un operatore era stato sorpreso ad orinare vicino agli animali. L’azienda, però, ha immediatamente replicato al servizio di Report: “Visione parziale e scorretta”. Ma andiamo con ordine.

Nella puntata di Report andata in onda il 29 maggio, si è affrontato il tema dei batteri che resistono all’azione degli antibiotici e degli antibiotici che assumiamo inconsapevolmente, attraverso il cibo. In particolare, Sabrina Giannini ha mostrato alcune immagini di un allevamento Amadori, presente in Emilia-Romagna. Nelle immagini si vedevano polli “che si reggevano a fatica” e un uomo orinare vicino agli animali. La giornalista ha spiegato:

“Amadori ha il suo quartier generale in Romagna, dall’alto sembrano case popolari, ma all’interno ci sono migliaia di polli che arrivano a fine vita reggendosi a fatica sulle zampe. Senza i farmaci miscelati all’acqua non sarebbe possibile tutto questo. Durante il recupero per il carico notturno verso il macello, gli addetti non usano buone maniere. Non sappiamo se questo sia consentito dal regolamento del cosiddetto benessere animale, forse neppure orinare dentro l’allevamento. Sono immagini distanti mille miglia dalla pubblicità di quel made in Italy che deriva per la gran parte dall’allevamento intensivo: 30 milioni di animali allevati da un lato e 1300 tonnellate di antibiotici dall’altro. Uno dei consumi più elevati d’Europa. Il totale è un giro di affari di 32 miliardi di euro l’anno per la produzione di carne e trasformati, a cui vanno sommati i fatturati delle case farmaceutiche”.

Ma la replica di Amadori non è tardata ad arrivare. Tramite un comunicato stampa, l’azienda ha replicato al servizio di Report dicendosi

sconcertata per la visione assolutamente parziale e scorretta offerta dalla trasmissione rispetto al suo operato”.

Innanzitutto, è stato precisato che le immagini risalgono a 6 mesi fa e sono state girate in una struttura che è, ormai, stata completamente ristrutturata. Inoltre, era adibita al ricovero di animali che avevano manifestato dei problemi.

Circa la presenza di topi, invece, Amadori ha spiegato:

“È certamente un problema che impegna tutti gli allevatori: la nostra azienda investe notevoli risorse per mettere in atto piani di derattizzazione concordati e verificati regolarmente dalle ASL”.

L’azienda ha poi assicurato che indagherà sull’operatore che è stato sorpreso ad orinare vicino agli animali, per prendere i relativi provvedimenti. Riguardo agli antibiotici, infine, Amadori ha sottolineato:

“Ricordiamo che la nostra azienda ricorre al loro uso solo a scopo curativo, mai preventivo, e solo nei casi ove sia strettamente necessario, individuati in accordo coi veterinari, secondo i limiti e i vincoli imposti dalla vigente normativa. In casi di utilizzo di antibiotico, gli animali vengono avviati alla macellazione solo dopo il superamento del “periodo di sospensione”, cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che l’animale venga avviato alla macellazione e quindi al consumo, condizione che viene puntualmente verificata dai veterinari pubblici, sia in allevamento, sia in fase di macellazione. In ogni caso, la nostra scelta è quella di allungare sempre il tempo di sospensione richiesto dalla normativa”.

Non solo. Amadori ha anche accusato Report: “La redazione di Report è entrata negli allevamenti illegalmente”. Il comunicato stampa dell’azienda, infatti, si conclude con l’intenzione di Amadori di valutare il ricorso a vie legali:

“La redazione di Report è entrata all’interno degli allevamenti illegalmente, senza autorizzazione, ha contattato la nostra azienda solo dopo essere già entrata all’interno della proprietà privata: questa modalità di recupero di documentazione ci è sembrata fortemente scorretta e per questo abbiamo deciso di non rilasciare alcuna intervista. […] Siamo sconcertati dalla visione assolutamente parziale e scorretta del nostro operato rappresentata da Report, pertanto valuteremo eventuali azioni”.

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