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Roberto Mancini, gay e quella frase del 2015: “Nel calcio…”

21 Gennaio 2016 - di aavico

ROMA – “Se credo nella famiglia gay? Assolutamente nulla in contrario. L’ha detto anche il Papa, che è un fenomeno, uno di un’altra categoria: chi sono io per giudicare un gay?”. Così Roberto Mancini esattamente un anno fa. L’allenatore dell’Inter, che si è sentito dare del “frocio finocchio” da Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, ha anche affrontato il tema tabù, quello degli omosessuali nel calcio. “Se esistono gay nel calcio? Se li avessi incontrati, o se li incontrerò, non me ne importerebbe nulla. Se ce ne sono molti fuori dal calcio ce ne saranno anche dentro, no? E poi sono fatti loro. Anche questo è un problema molto italiano: all’estero alcuni sportivi ne hanno parlato tranquillamente”.

Parole di un anno fa, che oggi tornano alla ribalta, e non solo perchè in un anno non è cambiato nulla, ma se possibile le cose sono ancora peggiorate. Quelle parole di Sarri all’indirizzo di Mancini, che gay non è e che sono state dette come insulto, hanno fatto il giro del mondo anche sulla stampa estera perchè nel mondo del calcio quello dei gay è un tabù che non verrà mai svelato del tutto. Inutile fare campagne se poi si fanno solo passi indietro.

Iniziative lodevoli sono state quelle del Bologna Calcio che aprì lo stadio alle coppie: un biglietto al prezzo di 2, a prescindere dalla sessualità del compagno. Bella anche l’iniziativa dei lacci arcobaleno sugli scarpini dei calciatori. Il primo in Italia a metterli fu Dessena del Cagliari... Fu ricoperto di insulti anche dai suoi stessi tifosi. Roberto Mancini un anno fa disse cose ovvie, ma forse non poi tanto ovvie visto come continuano ad andare le cose nel calcio.