Olio di palma sostenibile

Olio di palma, sì al sostenibile: non rischioso per ambiente e uomo

4 Agosto 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – Olio di palma, sì al sostenibile: non rischioso per ambiente e uomo. E’ necessario fare chiarezza e andare oltre i pregiudizi che si sono creati attorno a uno degli oli vegetali più utilizzati al mondo (il 35 per cento circa del totale).  L’olio di palma è costituito per metà da grassi saturi (49%) e per metà da grassi insaturi (51%). Gli esperti di nutrizione raccomandano di assumere il 30% dell’energia giornaliera da grassi per un 20% insaturi e per un 10% saturi. Dunque, a fronte di una dieta media da 2000 kcal giornaliere, 600 kcal possono arrivare da grassi, nello specifico fino a 200 kcal da quelli saturi.

A ciò bisogna aggiungere che una grande parte grassi saturi assunti potrebbe derivano non da alimenti che contengono olio di palma, ma da cibo di origine animale o altri oli vegetali. La parola chiave più adatta sembra dunque “moderazione”, la stessa riservata ad altri ingredienti simili. Una corretta alimentazione non prevede l’eliminazione delle sostanze grasse dalla dieta. Bisogna scegliere i grassi giusti, evitando di assumerli in eccesso e consumandoli in modo corretto. Contrariamente a quanto molti credono, i grassi svolgono un ruolo nutritivo importante e sono assolutamente essenziali nel nostro regime dietetico. Non solo danno energia, ma sono fondamentali per la costituzione dei tessuti corporei.

Come ha spiegato Vito Leonardo Miniello, docente di Nutrizione pediatrica presso l’Università di Bari e vicepresidente nazionale della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps): “L’olio di palma non deve essere demonizzato, ma considerato al pari di un ingrediente alimentare quale il burro. Tali grassi incriminati andrebbero assunti con ragionevolezza” perché la loro “assunzione eccessiva comporta ricadute metaboliche a prescindere dalla loro origine (vegetale o animale), in quanto “incrementa i livelli di colesterolo e i relativi rischi per la salute”. “Al fine di contrastare la saga della disinformazione – ha precisato Miniello – è doveroso considerare che nel latte materno il 40% dei grassi totali è costituito da grassi saturi e tra questi il 50% è rappresentato da acido palmitico, particolarmente presente nell’oleina di palma. In caso di indisponibilità del latte materno è necessario ricorrere ai latti formulati, unica alternativa nutrizionalmente adeguata nel corso del primo anno di vita. Per i latti formulati vengono utilizzati oli tropicali al fine di assicurare una fondamentale quota calorica che solo gli acidi grassi garantiscono e di mimare un profilo lipidico simile a quello che si riscontra nei piccoli allattati al seno”.

Alcune fonti utilizzate per la realizzazione del contenuto:

www.oliodipalmasostenibile.it
wwf.panda.org/palmoil
-goodpalmoil.org
poig.org
http://www.stradeonline.it/scienza-e-razionalita/1172-no-l-olio-di-palma-non-fa-male-alla-salute