Infarto, la dieta che protegge il cuore: riso, mais e...

Infarto, la dieta che protegge il cuore: riso, mais e…

21 Marzo 2017 - di Mari

Poca carne e pesce, tanta frutta, verdura, riso e mais, molto movimento e poco fumo: la ricetta per mantenere un cuore giovane e allontanare il rischio di infarto e ictus è questa. Arriva dalla Bolivia, dove, ha scoperto uno studio pubblicato sull’autorevole rivista The Lancet, vive il popolo con il livello di salute cardiaca migliore al mondo.

Non stiamo parlando, quindi, di persone con standard di vita ricchi, che seguono diete all’ultimo grido e praticano le ultime novità del fitness. Ma i boliviani, ed in particolare i sedicimila abitanti delle foreste, noti anche come Tsimane, oltre ad abitare in un ambiente assai scarsamente inquinato seguono uno stile di vita che dà risultati vincenti.

Solo le donne giapponesi si avvicinano ai risultati registrati. La ricerca è stata condotta su un gruppo di 705 persone, andando a cercare le calcificazione nelle arterie: a 45 anni quasi nessuno aveva questi segni, mentre negli Stati Uniti ne soffre una persona su 4. Anche con l’avanzare dell’età i risultato sono strabilianti: i due terzi di questa popolazione non ne soffre contro l’80% degli americani.

Il segreto è legato al loro stile di vita, diametralmente opposto a quello delle civiltà occidentali industriali, ma per gli autori dello studio restano comunque un buone esempio da studiare e seguire.

Nella loro alimentazione c’è poca carne (il 17% della dieta è un mix tra carni di cinghiale, tapiro e capibara), pesce (7%) e tutto quello che arriva dall’agricoltura locale: mais, radici di manioca e platano e riso, oltre a frutta e noci.

Nella ricetta della loro salute c’è anche tanto movimento, che però si traduce semplicemente in lunghe camminate: 17mila passi al giorno per gli uomini e 16 mila per le donne, in media. Ma anche gli anziani camminano molto: oltre 15mila passi al giorno.

Poco fumo, infine, ma un numero maggiore di infezioni. In che modo ognuno di questi elementi incida sulla loro salute è ancora da determinare, spiegano i ricercatori ma da ora in poi le loro abitudini diventeranno un laboratori di ricerca per la salute cardiovascolare.