Fritti, i consigli per mangiarli senza farsi del male

Fritti, i consigli per mangiarli senza farsi del male

21 Ottobre 2014 - di Mari

ROMA – Fritto, attenzione a non esagerare: può provocare diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari. Ma per limitare i danni senza rinunciare del tutto al piacere si possono seguire alcuni accorgimenti: usare olio extravergine di oliva e cuocere per breve tempo, al massimo un’ora. Limitandosi, quindi, a consumare cibi fritti solo se fatti in casa secondo queste procedure.

Una ricerca pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition e condotta su centomila persone seguite per 25 anni ha dimostrato che il consumo di cibi fritti fa aumentare il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e diabete alimentare. In particolare gli studiosi hanno osservato un incremento del 39% di diabete di tipo 2 e del 21% di malattie coronariche in coloro che mangiano fritti da quattro a sei volte alla settimana.

A rischio sono soprattutto coloro che consumano i fritti fuori casa. Nei ristoranti e nelle mense, infatti, spesso l’olio viene mantenuto ad alte temperature per diverse ore, anche per giorni. In questo modo si formano più prodotti di degradazione dell’olio che causano malattie e patologie varie.

Gli esperti suggeriscono quindi di mangiare fritti solo fatti in casa, in un olio riutilizzato al massimo una volta sola e a breve distanza di tempo. E per la frittura usare solo olio extravergine di oliva o olio di arachidi. 

 

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