Diabete, caffè riduce il rischio di ammalarsi

Diabete, caffè riduce il rischio di ammalarsi

13 Settembre 2017 - di Mari

Nel caffè c’è un’arma per prevenire e curare il diabete. Si chiama “cafestolo” ed è in grado di ridurre la glicemia e aumentare la produzione di insulina. Addirittura quattro tazze di caffè al giorno sarebbero in grado di ridurre il rischio diabete del 25%.

Questa sostanza, in altre parole, sarebbe capace di promuovere la produzione di insulina e il controllo glicemico (ovvero della concentrazione di zuccheri nel sangue) riducendo così il rischio di sviluppare la malattia.

E’ quanto emerge da una ricerca su animali condotta da Fredrik Brustad Mellbye del Policlinico universitario di Aarhus, in Danimarca, e pubblicata sul Journal of Natural Products.

In passato diversi studi epidemiologici hanno suggerito che bere regolarmente caffè riduce il rischio di ammalarsi di diabete, ma ad oggi non era chiaro se vi fosse una specifica sostanza responsabile di questi effetti protettivi della bevanda.

Nell’esperimento, durato in tutto dieci settimane, i ricercatori hanno sperimentato il loro assunto su tre gruppi di topolini tutti ad alto rischio di ammalarsi di diabete, a cui sono stati somministrati rispettivamente 1,1 milligrammi al giorno di cafestolo, 0,4 milligrammi di cafestolo al dì, e nessuna sostanza (gruppo di controllo).

Dopo le dieci settimane i primi due gruppi (i topini che avevano assunto la sostanza contenuta nel caffè) presentavano una riduzione della glicemia tra il 28 e il 30% rispetto al gruppo di controllo. Inoltre il primo gruppo (che assumeva la dose maggiore di cafestolo) presentava un aumento del 42% della sensibilità all’ormone che controlla lo zucchero nel sangue (insulina) , un buon segnale protettivo contro la malattia.

Infine gli esperti hanno visto che i topini che hanno assunto cafestolo hanno quasi raddoppiato (+75-84%) la loro produzione di insulina. La scoperta suggerisce che il cafestolo potrebbe divenire sia un’arma per ridurre il rischio di ammalarsi di diabete, sia un farmaco per chi è già malato.