Denti e salute: la placca può aumentare il rischio infarto

Denti e salute: la placca può aumentare il rischio infarto

21 Marzo 2017 - di Mari

Avere una dentatura sana e una buona igiene orale è il miglior modo per proteggere la salute in generale. La più grande nemica? E’ la placca: molto sottovalutata ma temibile. In un solo dente con placca ci sono infatti oltre un miliardo di germi.

 

Bastano sei denti colonizzati dai batteri per avere un rischio fino a tre volte più elevato di parodontite e quindi, di malattie che a essa sono legate a doppio filo, tra cui diabete e patologie cardiovascolari, compreso l’infarto.

L’allarme è stato lanciato dagli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SidP). “Nel 100% delle placche calcificate che possono dare origine a infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi, spiega Claudio Gatti, presidente SidP. Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi, e se si sono persi denti a causa della parodontite la probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima” .

“In presenza di parodontite, rileva ancora Gatti, i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie localizzate, come nel caso dello sviluppo di infezioni polmonari, endocarditi, ascessi, oppure generalizzate come quelle che poi favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari”.

Purtroppo la parodontite è una patologia subdola, di cui spesso i pazienti non si accorgono: sette italiani su dieci non la conoscono e quattro su dieci di fronte a gengive dolenti, arrossate e infiammate, che sanguinano quando si spazzolano i denti, non chiedono aiuto al dentista e provano il fai da te con vitamine, integratori, collutori o dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Così, otto volte su dieci il disturbo resta e può perfino aggravarsi.

“Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l’abbandono del fumo e controlli periodici e sedute professionali di igiene, è necessario che tutti sappiano di dover andare dal dentista se c’è un sanguinamento gengivale, aggiunge Gatti, chiedendo al medico un semplice check-up che può essere eseguito con la sonda e non richiede tecnologie sofisticate, così da poter intervenire per diagnosticare e curare gengivite e parodontite prima possibile, scongiurandone le possibili gravi conseguenze sulla salute generale”.