Cistite, troppi antibiotici: ormai stanno diventando inefficaci

Cistite, troppi antibiotici: ormai stanno diventando inefficaci

10 Ottobre 2017 - di Mari

Cistite, allarme degli urologi: resistenza record agli antibiotici. Colpa dell’uso inappropriato di questi medicinali, e che provoca quello che viene definito dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità una emergenza planetaria, che riguarda anche l’Italia.

Il nostro Paese si colloca infatti al secondo posto in Europa dopo la Grecia per uso di antibiotici, che vengono usati non solo per l’influenza (oltre che ovviamente nei casi in cui sono davvero fo10ndamentali), ma anche nell’urologia.. Secondo le stime della Società italiana di urologia (Siu), in circa il 40% delle cistiti, così come per altre infezioni del tratto urogenitale, c’è un uso inappropriato di antibiotici.

“Ormai da tempo – spiega Vincenzo Mirone, segretario generale Siu – questa problematica è una priorità di sanità pubblica, non soltanto per le importanti implicazioni cliniche, ma anche per la ricaduta economica delle infezioni da batteri antibiotico-resistenti, dovuta al costo aggiuntivo richiesto per l’impiego di farmaci e procedure più costose, per l’allungamento delle degenze in ospedale e per eventuali invalidità”. Si stima che abbassando i consumi al livello dei Paesi del Nord Europa si potrebbero risparmiare ogni anno 316 milioni di euro.

Secondo l’ultimo rapporto curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), l’antibiotico-resistenza causa in Europa almeno 25mila decessi l’anno. E se non si cambierà rotta, l’Oms ha stimato che nel 2050 moriranno oltre 10 milioni di persone per infezioni batteriche.

Penicilline, Cefalosporine e Carbapenemi, Gentamicina: questi alcuni dei classici antibiotici utilizzati in urologia. “Proprio questi medicinali hanno perso più rapidamente efficacia – evidenzia Mirone – e purtroppo in Italia la percentuale di resistenza a questa classe è tra le più alte in Europa e oscilla tra il 25 e il 50% a seconda delle regioni e degli ospedali”. Per combattere l’antibiotico-resistenza, conclude Mirone, “è importante evitare il fai da te e che il medico selezioni l’antibiotico in concentrazioni, dosi e tempi adeguati”.