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Calcoli renali, per espellerli sesso meglio dei farmaci

7 Dicembre 2015 - di Mari

ANKARA – Non solo acqua e alimentazione mirata: per sconfiggere i calcoli il sesso fa meglio dei farmaci. E’ quanto rivela uno studio condotto dal Training and Research Hospital di Ankara, che suggerisce he l’attività sessuale facilita l’espulsione spontanea dei calcoli uretrali. Il merito sembra essere del movimento meccanico del rapporto sessuale e dell’azione miorilassante delle endorfine che vengono rilasciate quando si ha un orgasmo.

I ricercatori turchi hanno seguito novanta uomini adulti con colica renale o diagnosi di calcolo uretrale. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi: al primo gruppo è stata data come unica indicazione quella di avere almeno tre rapporti sessuali a settimana, al secondo è stato somministrato un farmaco alfa-litico, al terzo, usato come gruppo di controllo, solo una terapia sintomatica.

Dopo due settimane gli scienziati hanno osservato che nel primo gruppo la percentuale di espulsioni spontanee dei calcoli era quasi doppia rispetto al secondo gruppo (84% contro 47%), mentre il terzo mostrava la percentuale più bassa (34%). A 4 settimane il 93,5% dei pazienti del primo gruppo, l’81% del secondo gruppo e il 78% del terzo gruppo avevano espulso spontaneamente i calcoli.

I calcoli renali colpiscono un numero sempre più ampio di persone. La colpa sarebbe anche una maggiore assunzione di proteine nell’alimentazione. Come ha spiegato Mauro Silvani, responsabile della Struttura complessa di urologia dell’Asl di Biella, all’agenzia Adnkronos,

“il normale approccio terapeutico alla colica renale causata da calcoli di dimensioni inferiori ai 6 millimetri prevede la somministrazione di alfa-bloccanti, uniti all’assunzione di abbondante acqua, agli antispastici e al suggerimento di camminare, correre e saltellare, compatibilmente con le condizioni di salute del paziente. Se dopo 4 settimane il calcolo non viene espulso per via naturale, diventa indispensabile intervenire chirurgicamente per ridurre il rischio di esclusione funzionale del rene”.