Samantha Cristoforetti, il diario fotografico dallo spazio11

Samantha Cristoforetti, diario fotografico dallo spazio

28 Novembre 2014 - di lbriotti

ROMA – Il cervello gioca strani ”scherzi” a gravità zero, quando è convinto che il soffitto sia il pavimento e viceversa. Lo racconta divertita l’astronauta Samantha Cristoforetti spiegando sul blog ‘Avamposto 42’ l’esperimento ‘Blind and Imaged‘, ideato per capire le strategie usate dal cervello per controllare il movimento e l’equilibrio in assenza di peso: i risultati potranno essere utili per curare malati con lesioni o disturbi neurologici.

I ricercatori ”trarranno le loro rigorose conclusioni dai dati – scrive AstroSamantha sul blog della missione Futura – ma io mi sono certamente divertita anche solo osservando gli scherzi che mi gioca il cervello. Ad esempio, quando mi trovo a muovermi lungo il soffitto il mio cervello pensa che sia il pavimento, così quando devo girare all’interno di un modulo laterale sono costantemente tentata di fare la svolta sbagliata, perchè il mio cervello si aspetta che sia dalla parte opposta. O a volte devo fare uno sforzo deliberato per un secondo o due per capire dove sono: è il pavimento, il soffitto, una parete?”.

L’esperimento Blind and Imaged si svolge nel laboratorio giapponese Jem e usa quattro telecamere per tracciare il moto in 3D dell’astronauta grazie a una serie di marcatori riflettenti attaccati al corpo. ”Ho dovuto metterne un certo numero sulla parte destra del mio corpo, dalla caviglia alla fronte, fra cui diverse sulla mano per la seconda parte del protocollo, in cui dovevo immaginare di lanciare una palla verso un bersaglio con diversi livelli di forza”, racconta Sam. ”Nella prima invece ho dovuto avvicinarmi per prendere un bersaglio davanti a me, piegandomi all’altezza dei fianchi e delle caviglie, a volte con gli occhi aperti, a volte con gli occhi chiusi”.

Come si ‘cucina’ e come funziona la dispensa dell’osteria ai confini dell’universo

”La prima cosa è stare attenti a non perdere il cucchiaio!”: è uno dei primi consigli del comandante, l’astronauta della Nasa Butch Wilmore, all’arrivo scrive AstroSam. Oltre al cucchiaio lungo ”per recuperare il cibo fino in fondo alle buste” le altre posate in uso sulla stazione, spiega l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, sono: forchette e forbici, per aprire le buste. Un piccolo set di queste posate vola con gli astronauti in arrivo ed è poi trasferito sulla Stazione. Le scorte di cibo sono conservate in varie borse in diversi luoghi della Stazione, ”molte – sottolinea Cristoforetti – sono nel modulo Leonardo, fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana”. Nel Nodo 1 (Harmony), c’è il cosiddetto cibo ‘in uso’: le borse di cibo aperte e riposte in una cassettina rigida. ”Quando cerco una minestra o una zuppa – dice l’astronauta – apro quella cassettina e vedo che cosa è in offerta: ho provato per esempio un’ottima zuppa di lenticchie e dei gustosi asparagi!”. 

Alcuni cibi sono pronti per essere consumati: come tortillas o frutta secca. Altre, spiega Cristoforetti, devono essere reidratati con acqua calda, per esempio le quiche, o con acqua a temperatura ambiente, come i cereali. Altre vivande vanno invece soltanto scaldate nello scaldavivande elettrico, che ha la forma di una valigetta. Quando arriva un veicolo, per qualche giorno c’è anche del cibo fresco. Inoltre, prosegue Cristoforetti, ogni astronauta ha il proprio bonus food: ”nove borse di cui possiamo specificare il contenuto!”.
Oltre a curare l’alimentazione, perché il giusto apporto di nutrienti ed energia è indispensabile in condizioni di microgravità, gli astronauti devono fare anche molta attività ginnica per contrastare il declino fisico che si verifica durante lunghi periodi nello spazio, oggi la Cristoforetti ha inviato la foto della prima pedalata sulla cyclette.

Una ‘svolazzatrice’ impacciata
Si definisce ancora una ”svolazzatrice impacciata” ma spera di diventare presto ”esperta” l’astronauta. Nella pagina di diario che scrive al termine della sua prima giornata ‘normale’ sulla Stazione Spaziale Internazionale, la prima donna astronauta italiana racconta, fra le altre cose, come è volare: ”E’ molto divertente – scrive nella pagina intitolata ‘Volo per principianti’ – ma non così facile!”. È particolarmente impegnativo, spiega ”nel laboratorio americano (Destiny), perché le facciate dei rack sono piene di equipaggiamenti che una svolazzatrice impacciata come me potrebbe danneggiare”. Ma poi sottolinea che già al termine della giornata si è sentita più sicura rispetto alla mattina ”così sarò auspicabilmente presto una svolazzatrice esperta. Una cosa è certa: volare è una grande sensazione!”.

Nel diario scrive che le sembra di essere arrivata sulla stazione orbitante molto tempo fa, ma proprio quando urta contro qualcosa ”per l’abilità di volo da principiante” oppure ogni volta che ha bisogno di fare una domanda le torna in mente che è appena arrivata e ha ancora molto da imparare. ”Quando la vostra mente sta assorbendo così tante esperienze e informazioni – scrive l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea – si ha la sensazione che il tempo si espanda. Il lancio sembra già così lontano”. Sul programma del primo giorno, sottolinea che ”per lo più, ho fatto del lavoro preparatorio per alcuni dei prossimi esperimenti”. In sé stesso, scrive, ”è un compito semplice, ma molto impegnativo quando siete appena arrivati nello spazio e non avete ancora il perfetto controllo del vostro corpo, senza contare cinque grandi borse che dovete in qualche modo maneggiare mentre accedete a un determinato armadietto”. Inoltre ha studiato un po’ per far funzionare la stampante 3D, con la quale spera di lavorare presto. Stamattina l’astronauta ha inviato anche una nuova foto della Terra via Twitter, scrivendo ”il mondo fuori dalla nostra finestra. Finora ogni volta che ho guardato giù ho visto solo oceani”.

Il diario fotografico di @astroSamantha (foto Esa/Ansa)