Moda italiana sbarca in Iran: dopo Cavalli arriva Versace

Moda italiana sbarca in Iran: dopo Cavalli arriva Versace

6 Maggio 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

L’Alta Moda italiana sbarca In Iran, dopo Cavalli arriva Versace, che ha inaugurato il suo primo negozio mono-marchio a Teheran, dopo che lo scorso 19 febbraio erano stati aperte le vetrine dello stilista toscano. Le due boutique, avamposto del brand più apprezzato e riconosciuto del “Made in Italy” nel mondo, si trovano a fianco una dell’altra a via Alef 1, una strada nel ricco quartiere di Zaferaniyeh a nord di Teheran, che presto potrebbe diventare la via Monteleone della capitale iraniana. E’ ciò che sperano gli imprenditori iraniani, guidati da Medhi Firouzan, presidente del gruppo KelideTalaei, che hanno ottenuto l’esclusiva per la Repubblica islamica sia del marchio Versace sia di Cavalli.

“Siamo veramente convinti che il “made in Italy” potrà avere un futuro veramente interessante nel mercato iraniano” , spiega all’ANSA Elias Saramin, businessman italiano, già designer di Versace e Cavalli e attualmente consulente generale del gruppo iraniano. “Abbiamo vinto una scommessa affascinante e impegnativa, riuscendo ad aprire i primi due negozi di fashion a Teheran, legati a due famosi stilisti italiani, che potranno essere pionieri di una nuova era “, racconta. “L’Iran è un mercato molto vicino a quello italiano, per cultura, per gusto, per la gioia di vivere, anche se purtroppo all’estero si hanno idee molto stereotipate di questo paese. La cosa più difficile, in un’operazione partita quando era ancora in corso l’embargo, è stato proprio quella di convincere gli imprenditori italiani a puntare su un paese ben diverso da quello descritto per tanti anni. Tanto è vero che il negozio di Cavalli sta andando già molto bene”, aggiunge.

Ora è il turno di Versace, orgoglio della moda italiana. Il costo di abiti e accessori non sono un problema per una classe ricca e amante del lusso, formatosi nella Repubblica iraniana nonostante (o – secondo alcuni- grazie) all’embargo e alle ritrettezze economiche. Qualcuno, mentre i camerieri volteggiano con vassoi di pasticcini e bibite non alcoliche, già si mette in fila ai camerini nel giorno dell’inaugurazione.