Il Riciclo dal Mare si trasforma in Moda

28 Agosto 2017 - di Claudia Montanari

Scostumista-Il Riciclo dal Mare si trasforma in Moda -Ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione.   “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.”   In mezzo all’Oceano Pacifico è nata un’enorme isola composta per l’80% da plastica e per il resto da altri rifiuti. Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all’anno di plastica, dei quali il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica poi, finirà sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Questa plastica si trasforma in microframmenti difficilissimi da ripulire e che lentamente stanno inquinando e distruggendo l’ecosistema dell’oceano.  Tutto si trasforma, e anche la plastica può avere altre chances più sostenibili, dopo essere stata bottiglia o sacchetto il suo destino non è volto all’ineluttabilità di semplice rifiuto, bensì può diventare una preziosa risorsa.   Esistono aziende molto attive sul fronte della ricerca e dell’innovazione, come la Polartec che ha dichiarato di aver riciclato più di un miliardo di PET (polietilene tereftalato) creando una fibra: il Repreve, composta interamente da plastica riciclata utilizzata poi per la produzione dell’abbigliamento. Così come la Bionic Yarn utilizza la plastica raccolta negli oceani costituita principalmente da bottiglie, contenitori da asporto e sacchetti della spesa ritrovati in mare, ma anche nei corsi d’acqua e sui litorali, per creare filamenti utili alla produzione dell’abbigliamento. H&M, il colosso svedese della moda, ha utilizzato i tessuti della Bionic per la sua collezione Conscious Exclusive 2017; nel 2014 la G-Star Raw ha affidato al cantante Pharrell Williams il progetto di una collezione denim chiamata “RAW for the Oceans” nata dalla collaborazione con la Bionic Yarn e la Parley for the Oceans che recupera la plastica lungo le coste di tutto il mondo.   Possiamo contribuire tutti a mantenere il mare pulito e c’è chi, come Andrea Verdura, lo fa recuperando vecchie reti da pesca per poi riciclarle e farne scarpe. L’Unione Europea ha vietato l’utilizzo di alcune reti al fine di tutelare le specie marine a rischio; Andrea Verdura dà la caccia a queste reti dismesse ripulendo così fondali e banchine.  Le reti poi vengono trasformate in materia prima che Andrea stesso taglia, pulisce cuce e colora con pigmenti naturali, per dar vita a sandali, stivali, sabot “Verdura shoes”.    L’armonia delle cose, per Eraclito, sta nel suo perenne mutamento e nello scorrere senza fine della realtà. Lasciamo quindi che anche l’acqua del mare riesca a scorrere limpida e senza fine.   di Annapaola Brancia d’Apricena

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