American Apparel dichiara fallimento. Ecco cosa succederà

American Apparel dichiara fallimento. Ecco cosa succederà

6 Ottobre 2015 - di Claudia Montanari

ROMA – American Apparel dichiara fallimento. Ecco cosa succederà. Il marchio di moda trasgressivo e alternativo per antonomasia, vero e proprio punto di riferimento per lo stile hipster, non ce l’ha fatta. Secondo quanto si legge su Repubblica, American Apparel ha dichiarato bancarotta in un tribunale fallimentare statunitense dopo mesi e mesi di titolo in caduta libera. Ha chiesto così la protezione del Chapter Eleven, ovvero una specie di amministrazione straordinaria che mette la società al riparo dai creditori aggressivi, cercando di ristrutturare il debito puntando il più possibile al risanamento.

Finisce così la parabola del gruppo californiano, da sempre protagonista indiscusso (e discusso) di campagne pubblicitarie provocanti e provocatorie, fondato nel 1989 da Dov Charney. Si legge su Repubblica:

“L’imprenditore, che ha portato al successo il gruppo di magliette e biancheria intima casual, è stato allontanato dal gruppo nel dicembre scorso. American Apparel non è nuova a problemi finanziari e non solo: tutta la sua storia aziendale è ricca di successi, colpi di scena, cause milionarie (ad esempio con Woody Allen) e campagne pubblicitarie provocatorie ma anche scandali a sfondo sessuale, che hanno portato nel dicembre scorso all’allontanamento del fondatore, ex amministratore delegato e tuttora principale azionista (ha il 40% del gruppo), Charney. L’imprenditore ha reagito a sua volta citando in giudizio, in una ventina di cause, la società”.

Che fine farà American Apparel? Il gruppo ha chiarito che:

“La produzione e le attività commerciali non subiranno interruzioni per la procedura. Con la protezione del Chapter 11, la società ristrutturerà il debito, dilatatosi a dismisura fino a superare gli asset del gruppo. Una mossa sarà la trasformazione di oltre 200 milioni di bond in azioni di American Apparel. Più in particolare i creditori forniranno mezzi freschi al gruppo, per ridurre l’indebitamento a non più di 135 milioni di dollari; un’operazione che ridurrà le spese per interessi di 20 milioni di dollari l’anno”.