Vite segrete dei grandi scrittori italiani 10

Boccaccio ladro di libri, Leopardi golosone, Morante stalker. Vite segrete di grandi scrittori

14 Maggio 2015 - di Daniela Lauria

ROMA – Lo sapevate che Giovanni Boccaccio era un ladro di libri? Girava voce che avesse rubato manoscritti e codici preziosi dalla Biblioteca dell’Abbazia di Montecassino. Una specie di Marcello Dell’Utri del ‘300. Alessandro Manzoni invece era agorafobico, era terrorizzato all’idea di camminare solo per strada e ossessionato dal cinguettio degli uccelli. E poi Giacomo Leopardi il golosone, che andava matto per i taralli dolci e i gelati di Vito Pinto, una pasticceria di Napoli, il cui proprietario pare sia riuscito a comprasi un titolo nobiliare grazie alle fortune spese dal poeta per far scorta dei suoi manicaretti.

Sì, perché anche i più grandi divi della letteratura italiana avevano i loro vizi e debolezze. A svelarci il loro volto umano è un libro sfizioso intitolato Vite segrete dei grandi scrittori italiani, edito da Electa e scritto a quattro mani da Lorenzo Di GiovanniTommaso Guaita. Trentacinque scrittori, da Dante Alighieri fino a Pier Paolo Pasolini, buttati giù dal piedistallo e raccontati per aneddoti e curiosità con i loro problemi, tormenti e traumi. Ad ognuno di loro è dedicato un capitolo preceduto da una scheda illustrativa completa di dati anagrafici, segno zodiacale, opere principali, stile letterario e citazione. Ogni testo è accompagnato da esilaranti illustrazioni.

Avete mai letto, ad esempio, sui libri di storia della letteratura delle innumerevoli avventure amorose di Niccolò Machiavelli? O dell’indomabile Vittorio Alfieri che arrivò a barattare preziosissimi tomi delle opere di Ludovico Ariosto per pochi polli? E ancora, che alla corte dei Borbone di Francia, Goldoni rimase molto colpito da una pratica medica ciarlatanesca: il mesmerismo? Una bislacca teoria che sosteneva l’esistenza di un “fluido” o “forza magnetica” capace di attraversare il corpo umano come un flusso costante, generando malattie e disfunzioni se bloccato.

Dante Alighieri, raccontano i posteri, fu precursore del marketing post mortem. Il suo fantasma sarebbe apparso in sogno ai figli per indicare loro dove erano custoditi gli ultimi canti del Paradiso che completavano il suo poema. Luigi Pirandello ogni notte rischiava la vita per via di sua moglie che si aggirava per la stanza brandendo un coltello mentre lui dormiva. Alberto Moravia era solito passeggiare con un gufo sulla spalla, mentre sua moglie, Elsa Morante, portava a spasso il suo gatto siamese tenendolo al guinzaglio. Di lei si narra pure che fu “stalker” di Luchino Visconti: quando andò a Venezia per incontrarlo, il regista non fu molto entusiasta di vederla. A quel punto, nel bel mezzo di piazza San Marco, la scrittrice gli mostrò le sue parti intime urlando e attirando l’attenzione di turisti e non solo.

Di amori sfortunati ne seppe qualcosa anche Cesare Pavese che a 18 anni si infatuò di una cantante-ballerina che lavorava al caffè-concerto La Meridiana. Quando finalmente una sera riuscì a vincere la timidezza e a strapparle un appuntamento, la distrazione fu fatale: dovevano incontrarsi alle 18.00 di fronte all’ingresso del locale. Ma lui sbagliò porta e rimase ore e ore ad aspettarla invano sotto la pioggia.

Primo Levi era soggiogato dalla madre Ester che ogni giorno a pranzo pretendeva di essere imboccata dal figlio. Oriana Fallaci si distinse per grinta e ostinazione già nel pancione, quando la madre Tosca provava ad abortire bevendo ogni giorno un bicchiere di acqua e sale. E poi c’è Pier Paolo Pasolini l’irascibile: si racconta che durante le riprese di un suo film, lo scrittore e la troupe organizzarono una partita di calcio contro Bernardo Bertolucci e il suo staff. Quest’ultimo però ingaggiò due giocatori del Parma e stracciò la squadra avversaria, facendo infuriare il povero Pasolini. .