Balthus: la mostra a Roma

23 Ottobre 2015 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – Scostumista nella Capitale. Inaugura domani 24 ottobre la retrospettiva su Balthus alle Scuderie del Quirinale, e prosegue a Villa Medici per scoprire l’atelier in cui lavorava l’artista nel suo periodo italiano. La mostra, curata dalla conservatrice del Museo Nazionale d’Arte Moderna Centre Pompidou, Cécile Dubray, riunisce più di duecento opere che ripercorrono tutta la carriera artistica di Balthus.
L’atmosfera sospesa ed enigmatica dei suoi quadri, caratteristica distintiva delle sue opere, trae origine dalla tradizione del Rinascimento Toscano, in particolare da Piero della Francesca, dal quale eredita la capacità narrativa, la chiarezza formale e il senso della composizione.
Centocinquanta opere sono esposte alle Scuderie del Quirinale, dove sono riuniti i capolavori appartenenti a tutte le fasi della carriera del maestro, ordinati per ordine cronologico che si sviluppa attorno alle fasi e ad i temi centrali affrontati dall’artista:
– L’eredità rinascimentale, dove è presente la sua prima opera importante: La Rue del 1933, scena di strada familiare che sintetizza gli aspetti principali delle sue opere future: scene di giochi infantili, costruzione quasi geometrica della composizione, fissità teatrale dei personaggi,ricorso alla griglia prospettica e alla sezione aurea.
-L’infanzia: Balthus ha sempre mostrato la sua fascinazione per i bambini e per i loro giochi. Molte sue opere raffigurano giovani modelle adolescenti che incarnano il momento ambiguo tra infanzia ed età adulta.
-L’influenza di opere letterarie come “Cime Tempestose” di Emily Brontë e le “Avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll.
-L’importanza degli scambi con Antonin Artaud, Alberto Giacometti, André Derain e con suo fratello Pierre Klossowski.
L’incontro con Artaud nel 1932 rafforza l'”estetica crudele” del giovane Balthus che lo pone in contrasto con l’estetica onirica e fantastica dei surrealisti.
Balthus collaborerà con Artaud nell’opera teatrale “I Cenci” dove cura scene e costumi, sono esposti anche i bozzetti degli abiti e delle scenografie.

L’esposizione procede a Villa Medici, dove si focalizza sul processo di lavoro dell’artista durante il periodo romano, con più di cinquanta opere, tra dipinti, disegni e fotografie all’interno di quello che fu il suo laboratorio artistico.

Le parole di Antonin Artoud definiscono perfettamente la pittura di Balthus:

“La pittura di Balthus è una rivoluzione incontestabilmente rivolta contro il surrealismo, ma anche contro l’accademismo in tutte le sue forme. Attraverso la rivoluzione surrealista, attraverso le forme dell’accademismo classico, la pittura rivoluzionaria di Balthus riscopre una sorta di misteriosa tradizione”.

La mostra dura fino al 31 gennaio 2016.

Tags