Religione a scuola. "Bimbi, chi non fa la comunione alzi la mano", mamme in rivolta

Religione a scuola. “Bimbi, chi non fa la comunione alzi la mano”, mamme in rivolta

3 Giugno 2015 - di aavico

ROMA – “Chi non fa la comunione alzi la mano. Abbassi la mano chi è ortodosso”. E se fai la comunione ricevi regali portafortuna, per gli altri invece niente. siamo nella scuola primaria Rodari di Formello (Roma), in alcune ore scolastiche, va in scena quella che molti genitori hanno definito “la discriminazione religiosa”. Così raccontano le mamme dei bimbi di una quarta classe che hanno scelto di far seguire ai loro figli di 9 e 10 anni l’ora di religione, senza però far prendere loro subito i sacramenti. Risultato: hanno scritto due appelli alla dirigente scolastica, la professoressa Giulia Orsini, e sono intenzionate ad andare avanti, forse anche con denunce penali e civili. “Nessuno – ha detto a chiare note la rappresentante di classe alle docenti – dovrebbe giustificarsi per la sua religione”.

“Nessuno di noi aveva mai messo in dubbio l’operato didattico – racconta una della mamme al Messaggero – finché l’insegnante di religione non ha attuato più volte una sorta di discriminazione religiosa dei nostri bambini facendo continuamente alzare la mano ai non partecipanti al catechismo. Noi abbiamo scelto che i bimbi seguano l’ora di religione cattolica nella convinzione di lasciar loro maturare la libertà sui sacramenti, non per creare disagio e farli sentire diversi”.

Ecco alcuni passaggi della lettera scritta dalle mamme:

“In occasione delle comunioni di quest’anno – hanno scritto le mamme – le maestre hanno donato ai bambini in attesa del sacramento un “portafortuna”, una fatina per le femmine e un elfo per i maschi, escludendo i bambini che per scelta personale, credo etico e religioso, come garantito dalla Costituzione, non avrebbero partecipato alle stesse. Eppure sarebbe bastato talmente poco per mettere i bambini tutti sullo stesso piano, anche un cioccolatino, donato con il cuore agli altri, non li avrebbe fatti sentire tristi ed esclusi.

È per questo che abbiamo deciso di esprimere il nostro civile dissenso alle quattro maestre. Speravamo di offrire uno spunto di riflessione in un mondo multietnico e multireligioso. E infatti abbiamo raggiunto un risultato positivo con tutte le insegnanti, tranne che con quella di religione che la mattina del 6 maggio ha fatto irruzione in classe, urlando e minacciando i nostri figli, mentre era in corso la lezione di italiano, tanto che sono tornati a casa scossi e impauriti. In conclusione, per ora ci limitiamo a esporre l’incresciosa vicenda. Dovessero ripetersi episodi simili ci vedremo costretti a tutelare i nostri figli nelle opportune sedi. È importante compito della scuola – hanno concluso – garantire le stesse opportunità. E invece l’insegnante si è permessa di asserire che la responsabilità di tale disagio è di quei genitori che non hanno fatto fare la comunione ai bambini”.