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Bangladesh: ucciso attivista per i diritti dei gay

26 Aprile 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

A Dacca, in Bangladesh, è stato assassinato a coltellate un attivista dei diritti gay, giornalista-editore della rivista Roobpaan, l’unica che nel Paese si occupa dei problemi di omosessuali, lesbiche e transgender. Si tratta di Xulhaz Mannan, 35 anni, che lavorava anche presso l’ambasciata americana nella capitale. Insieme a lui è stato ucciso anche un suo amico. Il duplice omicidio, secondo quanto riferito dalla polizia, è avvenuto in un appartamento del centro città ad opera di 5-6 uomini che hanno fatto irruzione nell’abitazione dopo aver ferito una guardia di sicurezza e sono fuggiti urlando ‘Allah Akbar’.

Solo alcuni giorni fa era stato assassinato, sempre da estremisti islamici, un professore universitario. Responsabili dell’ambasciata Usa si sono detti “sconvolti dal brutale omicidio di Mannan e dell’altro giovane” e hanno auspicato l’apertura di un’indagine seria che porti all’individuazione e all’arresto degli assassini. La comunità gay del Bangladesh ha fondato all’inizio del 2014 il primo magazine per promuovere la tolleranza verso gli omosessuali nel Paese – musulmano molto conservatore, ma con la popolazione a grande maggioranza laica – dove sono soggetti a molte discriminazioni. Sempre nel 2014, il gruppo che lavorava a Roopbaan ha organizzato la prima ‘marcia arcobaleno’ per sfidare i pregiudizi contro i gay. Quest’anno la marcia è stata vietata dalla polizia per non meglio precisati “problemi di sicurezza”.

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli attacchi di stampo jihadista contro blogger e stranieri e tra le vittime si contano anche due italiani: il 28 settembre era stato assassinato il cooperante Cesare Tavella, crivellato da colpi di pistola mentre faceva jogging in una strada di Dacca, mentre a novembre il missionario italiano Piero Parolari era stato ferito in un attacco rivendicato dall’Isis. Dal canto loro le autorità del Bangladesh negano che dietro alle uccisioni ci siano i jihadisti dell’Isis e, facendo riferimento ai blogger e insegnanti uccisi, parlano di “omicidi isolati”. (Ansa).

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