L’uso della lingua (a letto) e di come far colpo su una donna…

28 Novembre 2014 - di Claudia Montanari

Ci sono degli argomenti considerati talmente dei tabù che se ne parla solo quando si è certi di essere in un porto sicuro. Per esempio, in pausa pranzo tra colleghi attentamente scelti. Ed è così che l’altro giorno eravamo io, la collega-amica che ha 30 anni ma sembra sempre una studentessa della Luiss, quella nata incavolata come Mafalda, quella scienziata che “ogni cosa ha una spiegazione”, e quello che è l’unica rappresentanza dell’altra metà del cielo, che però in realtà è sempre lo stesso cielo e quindi non lo so se vale. E di cosa parla un gruppo di sole donne in pausa pranzo? Del rapporto uomo-donna, ovviamente.

Tutto è nato dal fatto che la sottoscritta ha tirato fuori il nuovo libro di Ian Kerner, dal geniale titolo “She come firts”, ovvero “Lei viene prima”. In sostanza Kerner, sessuologo navigato non solo a livello professionale ma a quanto pare anche personale, snocciola una serie di consigli in una guida all’uomo pensante al piacere femminile. Come ogni uomo che ha passato sufficiente tempo in mezzo alla livorosa guerra tra i sessi, Ian spiega subito che l’orgasmo femminile è da sempre cosa alquanto sfuggente, per lei e per lui. E che la penetrazione è fin troppo sopravvalutata.

Capito? Il signor Ian ha riassunto in poche pagine quello che noi non riusciamo a dire ai maschi. Ed è riuscito a schiaffare in faccia ai compagni di sesso, quelli che fanno parte della sua metà di cielo, che la lingua è meglio che la usino per farci un piacere piuttosto che chiacchierare a letto. Chiacchierare, sì. Voi direte, ma quale uomo vuole chiacchierare? Tutti, vogliono chiacchierare. A letto, ovviamente, mica durante il mercoledì di Coppa.

Perché l’uomo durante il sesso cambia completamente abitudini e sarebbe bene che, una volta per tutte, si buttassero giù delle regole.

Ne parlavamo con il nostro collega in pausa pranzo il quale ci ha detto che sì, è vero, all’uomo durante il sesso piace che la donna parli.

Prima regola per il piacere femminile: non chiacchierare.  “Dimmi se così va bene”, “Sei sicura che sto andando bene?”, “Ma ti piace?”. Ma perché ci dovete tartassare l’anima proprio in quel momento lì? Io capisco che vi state preoccupando di stimolarci a letto, noi che abbiamo passato l’infanzia a sottostare a censure e pregiudizi, ma una cosa è certa: se durante il rapporto ci state spappolando la milza noi ve lo diremo. Se invece sperate che tutto il tempo del nostro piacere lo passiamo a produrre gorgheggi, spasmi, miagolii e quant’altro, ma ANCHE NO. Perché le donne, al contrario vostro, non è che si prendono due spennellate e via, arriva la gioia (come è  solito chiamare l’orgasmo Sandro Mayer su “DiPiù”, settimanale letto notoriamente dai rappresentati della terza età). No. Alla donna serve tempo, serve concentrazione che nemmeno all’esame di guida durante la fase parcheggio. E invece no, dobbiamo pure parlarvi, dobbiamo rassicurarvi oppure dirvi frasi che, giuro, volete sentire solo voi.

Ma perché io dovrei parlarvi a letto quando magari voi a cena non tirate fuori una parola nemmeno per sbaglio? Anzi, facciamo così, facciamo una bella conversazione sugli ultimi bilanci aziendali di Giorgio Armani mentre Pirlo tira una punizione e sta giocando Juve-Roma. E vediamo se rispondi.

 Seconda regola per il piacere femminile: il corteggiamento. Sì perché per una donna l’approccio è tutto. Non è che io e te siamo al primo appuntamento e siccome ti atteggi all’uomo che non deve chiedere mai allora non chiedi e dopo la cena che nemmeno hai offerto tu, prendi la mia mano e la appoggi sul pacco mentre stiamo limonando in macchina. A 30 anni, tra l’altro, non ci si dovrebbe nemmeno limonare in macchina. Al massimo in casa, ma non sui sedili posteriori di un’automobile. Se io e te ci siamo appena conosciuti non puoi sperare che io la dia via come i panini al McDonald’s. Io capisco che questa storia del “tutto è subito” un po’ ce la siamo cercata noi, che da quando Sex and The City è diventato un romanzo di formazione dei licei al pari de La Divina Commedia, c’è stato un abbassamento di richiesta di mercato.

Ma se avete di fronte una come me che esce con un uomo ogni cambio di ora legale ed è pure troppo (come raccontavo l’altro giorno, il mio ultimo first date risale a quando ancora non esisteva Facebook), non è che te la cavi con una serata e via. Le donne per raggiungere il piacere devono essere corteggiate, almeno un po’. Come minimo vi dovete sorbire sul divano, pizza e bibita, tutte le puntate diGrey’s Anatomy, quel pappone di Match Point, Pearl Harbor e pure almeno una serie di Gossip Girl, la prima che è la più bella. Ma poi, poi, beh poi se scatta la passione è fatta. Se disgraziatamente nel momento in cui Chuck e Blair  si mettono insieme noi siamo in preda pure ad un bicchiere di vino di troppo, allora ci trovate bocca a bocca. Nell’impeto pensiamo pure che baciate bene. E diventate sì l’uomo che non deve chiedere mai e siamo noi a chiederci “perché ancora non era successo niente?”.

Terza regola del piacere femminile: la pulizia e l’igiene personale. Sembra banale ma non è scontato, l’igiene è tutto. Se una donna va a letto con un uomo che prima del rapporto non si è dato una rinfrescata poi non vi chiedete “perché lei sembra così distante”. D’altro canto se la pubblicità dice che “nel mio intimo c’è Chilly” non capisco perché non debba esserci nel suo.

Quarta regola del piacere femminile: il punto interrogativo. Esatto, il punto interrogativo, che è gratis: usatelo. Vi aiuterà molto a raggiungere il momento che poi è quello che vi piace di più, ovvero quello del sesso. Partite dal presupposto che, se state uscendo con una donna a cui piacete, questa donna con voi sarà timida. E siccome le piacete, penderà dalle vostre labbra, e si metterà lì, con un Cosmopolitan in mano, a sentire tutto quello che le direte, vita morte e miracoli. Lei ascolterà le vostre storie che nemmeno una psicoanalisi con Freud. Noi donne siamo brave a far parlare l’uomo che ci piace perché ci sentiamo Crocerossine dentro.
E l’uomo, vile e meschino, adora parlare di sé, del suo ultimo lavoro, di come tu gli piaci, del suo rapporto con mamma e sorella, di come tu gli piaci, del fatto che si è laureato da poco e sta programmando un viaggio in Birmania, di come tu gli piaci e del fatto che “sì più o meno ho la ragazza ma nulla di serio”, e di come tu gli piaci. L’uomo ama parlare di sé. Solo che poi accade che se fai parlare lui per tutta la sera, difficilmente lui si ricorderà di avere davanti un essere pensante e il punto interrogativo se lo scorderà, con voi utilizzerà solo il punto. E poi uno si chiede come è possibile che nascano tutte queste storie finite a pezzi per la non comunicazione, e come è possibile che poi le donne si annoiano, e vanno a cercare altro.
Ecco come nascono, ecco come finiscono. Dal primo appuntamento.