Cannes 2015, fratelli Coen sui film italiani: "Non potevamo premiare tutti"

Cannes 2015, fratelli Coen sui film italiani: “Non potevamo premiare tutti”

25 Maggio 2015 - di Mari

CANNES – Sono i grandi sconfitti del Festival di Cannes: gli italiani. Presenti con tre film (“Mia madre” di Nanni Moretti, “Il Racconto dei racconti” di Matteo Garrone e “Youth” di Paolo Sorrentino) non hanno ottenuto alcun premio. I fratelli Joel ed Ethan Coen, presidenti di giuria, hanno liquidato così il caso: “Non avevamo premi per tutti”. Una parola buona per il film di Moretti arriva dall’attrice almodoriana Rossy de Palma: “Mi ha molto impressionato l’interpretazione di Giulia Lazzarini, peccato che non ci siano premi per questi ruoli”. 

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Per quanto riguarda il film che ha vinto la Palma d’Oro, ovvero “Dheepan” di Jacques Audiard, dicono i Coen: “Ci siamo trovato d’accordo un po’ tutti su questo film, anche se va detto che alcuni dei film che abbiamo escluso avremmo voluto rivederli più di una volta, ma è stato impossibile. Vedevamo tre film al giorno”. Di Audiard la de Palma dice: “E’ un film da cui siamo stati tutti toccati, con protagoniste persone che sono in queste situazioni difficili come è difficile la situazione nel Mediterraneo”.

Molte belle parole per il film “Il figlio di Saul”, che ha vinto il Grand Prix, il secondo per importanza. Per Sienna Miller, “è un film molto emozionante. Mi ha colpito perché non avevo mai visto un tema come i campi di concentramento trattato in questo modo. E poi l’attore (Geza Rohrig, ndr) è davvero strepitoso”. Quanto al premio per la sceneggiatura andato a “Chronic” di Michel Franco, sottolinea Benicio Del Toro: “è una lavoro che mi ha colpito perché è difficile trattare certi temi senza cadere nel melodramma”. Mentre l’attore Jack Gyllenhaal spiega: “La nozione di suicidio trattata in “Chronic” mi ha molto coinvolto, perché è stata trattata in maniera originale”.

Dal punto di vista della creatività dei giudizi, spiegano i fratelli Coen, “abbiamo tenuto conto di tutti i film allo stesso modo e su ogni film abbiamo aperto un dibattito: quello che ci interessava erano i lavori che cambiavano lo spettatore che è in noi”. Ma poi sull’unanimità del giudizio tra i due ci scherzano su: Ethan Coen dice “non eravamo mai d’accordo, se Joel diceva sì, io dicevo no. Ma alla fine la decisione su Audiard è stata rapida”.

Infine su “Assassin” di Hou Hsiao-Hsien, che ha vinto il premio della giuria, ci tengono a dire i due registi, “non c’è stata nessuna barriera culturale verso il film che ci è piaciuto molto, ma abbiamo voluto premiare soprattutto l’estetica di questo lavoro”. Per quanto riguarda infine le molte domande che sono piovute in conferenza stampa sul perché non siano stati premiati i film di una certa nazionalità piuttosto che un’altra, mette una parola definitiva Benicio Del Toro: “E’ sbagliato considerare i film secondo la nazionalità, fare delle differenze, abbiamo considerato solo ciò che c’era di meglio in quello che abbiamo visto”. 

(Nella foto Lapresse i giurati)