Pistorius e Reeva Steenkamp 01

Oscar Pistorius ora rischia 15 anni per l’omicidio di Reeva

13 Giugno 2016 - di luiss_edalto

ROMA – Oscar Pistorius rischia fino a 15 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuto il 14 febbraio del 2013. Lo sportivo è arrivato nella Corte suprema di Pretoria per l’udienza in cui si deciderà la pena che dovrà scontare dopo essere stato condannato per omicidio colposo.

L’ex atleta paraolimpico rischia 15 anni di carcere dopo che a dicembre la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza di omicidio colposo, riconoscendo Pistorius colpevole di ‘omicidio volontario’. L’udienza dovrebbe proseguire fino al 17 giugno ed è prevista, per la prima volta, la testimonianza del padre di Reeva Steenkamp.

“E’ ancora molto provato, ma vuole farlo. Se ci riuscirà sarà una testimonianza molto toccante, molto forte”, ha raccontato una fonte al Sunday Telegraph.

In questi anni il padre di Reeva non è mai riuscito ad assistere al processo in tribunale, al contrario della moglie June che è sempre stata presente. Il 13 a Pretoria si apre l’udienza per stabilire la condanna nei confronti dell’ex campione, i dibattiti andranno avanti fino al 17 e poi il giudice Thokozile Masipa stabilirà la sentenza.

Prima di sparare i quattro colpi che l’hanno uccisa, Oscar Pistorius avrebbe colpito la fidanzata Reeva Steenkamp con una mazza da cricket. E’ la tesi sostenuta nel libro “Oscar vs Truth” (Oscar contro la verità) e frutto di nuove perizie effettuate dagli autori del libro, i fratelli  Calvin and Thomas Mollett.

Secondo i due medici legali, due ferite sulla schiena della modella sono compatibili con colpi di mazza da cricket. Dal fatto inoltre che il manico è piegato, e dai segni su di esso,  secondo gli esperti, emerge che tra l’ex campione paralimpico e la fidanzata c’è stata una colluttazione. Se confermata, questa tesi avvalorerebbe quanto sostenuto dall’accusa al processo, e cioè che la notte di San Valentino di tre anni fa Pistorius ha ucciso volontariamente Reeva e non, come sostiene l’atleta, per sbaglio, scambiandola per un ladro.