Martina Stoessel lancia un messaggio importante sui social!

Martina Stoessel lancia un messaggio importante sui social!

6 Settembre 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

BUENOS AIRES – Martina Stoessel lancia un messaggio importante sui social: esprime tutta la sua solidarietà nei confronti di chi è vittima di bullismo e invita i giovani a non tacere quando si è vittime di una violenza da parte di un coetaneo o di una persona più grande di età. Tini ha pubblicato un video sul suo profilo Instagram per dare il suo contributo ad una campagna pubblicitaria argentina che lotta contro il bullismo. Già nei giorni scorsi la cantante aveva pubblicato sul suo profilo social una foto in cui c’era scritto un lungo messaggio dedicato a chi critica e disprezza gratuitamente le persone. Queste le parole di Martina Stoessel:

“Molte volte mi chiedo: che diritto hanno le persone di offendere gli altri pubblicando in rete cose crudeli e non necessarie? Mi fa pena vedere come molti si alimentano di queste cose giocando e incitando all’odio senza riflettere che dall’altra parte che dall’altra parte c’è una persona come lei.  Che bello sarebbe che quelli che giudicano liberamente, pubblicamente e senza essere puniti, potessero guardare alla loro vita allo stesso livello di malvagità, qualche volta, si renderebbero conto di quanto sa triste vivere facendo del male agli altri”.

Secondo quanto riportato dall’Ansa lo scorso luglio, in Italia sono oltre un milione gli studenti che la Polizia postale e delle comunicazioni ha incontrato negli ultimi tre anni, nelle scuole e nelle piazze, nell’ambito della campagna “Una vita da social” per la prevenzione del cyberbullismo e la sicurezza in rete. 106.125 i genitori e 59.451 gli insegnanti raggiunti; 8.548 gli istituti scolastici visitati in 150 città. Mentre la pagina Facebook online registra 12 milioni di utenti mensili e 78 mila like. L’obiettivo è far sì che “i gravissimi episodi culminati con il suicidio di alcuni adolescenti e il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse a un uso distorto delle tecnologie, non abbiano più a verificarsi”.