Bud Spencer, chi è la moglie Maria Amato

Bud Spencer, chi è la moglie dell’attore, Maria Amato FOTO

28 Giugno 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

E’ morto l’attore Bud Spencer, alias Carlo Pedersoli. Lo ha annunciato all’ANSA il figlio Giuseppe Pedersoli: “Papà e’ volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata ‘grazie”. Bud si è spento lo scorso 27 giugno in un ospedale romano. Bud Spencer era nato a Napoli il 31 ottobre 1929. Per tutti era il gigante buono che menava sganassoni sempre in coppia con l’amico Terence Hill. L’omone barbuto degli spaghetti western degli anni ’70, quelli che hanno conquistato generazioni di ragazzini innamorati dei due scanzonati protagonisti di Lo chiamavano Trinità.

Quando alla sua vita privata, Bud Spencer era sposato con Maria Amato, figlia di un grande produttore. A lei l’attore deve la vita, come ha spiegato in una vecchia intervista al Corriere. “Mi ha salvato, forse non prevedendolo”, ha scherzato Spencer ricordando un suo malore: “Ha capito che qualcosa non andava e mi ha costretto ad andare dal medico. In 15 minuti avevo perso più di tre litri di sangue e ancora mi sto riprendendo. Cammino male, fatico a parlare. Mi ha salvato. La chiamo il mio carroarmato. Ma è stata una bella botta”. Negli ultimi 55 anni insieme, degli aspetti pratici della vita si è occupata Maria: “Non aprivo neanche le bollette”, ammette Spencer, che lei chiama Carlo (Pedersoli, il suo vero nome). “Non è il marito che ti porta a cena e ti regala rose. Anche il nostro viaggio di nozze è durato tre giorni…”.

Bud Spencer si è sempre sentito un uomo libero: “Ma non sono mai andato nemmeno a prendere un caffé con un’attrice — assicura —. Si può sbagliare, ma quando ti rendi conto che chi ti sta a fianco ti riempie la vita, allora la devi rispettare”. Poi ancora: “Mai dire: lei, o lui, mi ama. Non è quello che conta e tanto non lo saprai mai. Io sono innamorato, questo so e questo mi rende felice”. Come dichiarazione d’amore: “ti amo e grazie che esisti. E basta”.