Macchie, rughe, pelle secca: 5 consigli per riparare i danni del sole

Macchie, rughe, pelle secca: 5 mosse contro i danni del sole

25 Agosto 2016 - di Mari

MILANO – Vacanze agli sgoccioli ormai, e oltre all’abbronzatura a volte lasciano anche dei segni meno piacevoli sulla pelle. Macchie, rughe, ma anche semplicemente pelle secca sono alcuni dei segnali dello stress subito dall’epidermide, in particolare quella del viso, sotto i raggi solari. Così per iniziare l’autunno con qualche buon proposito, oltre a quelli eventualmente legati alla dieta, si può decidere di prendersi cura della propria pelle.

Ecco allora cinque consigli preziosi che arrivano da Raffaele Rauso e Pierfrancesco Bove, chirurghi plastici del surgery network ChirurgiadellaBellezza, che all’agenzia AdnKronos hanno spiegato come far tornare la pelle bella e sana nonostante lo stress estivo:

  1. Bisogna ricordare sempre che il sole è la principale causa di invecchiamento della pelle. “Non solo è necessario proteggere sempre il viso, anche d’inverno, con la protezione solare – raccomandano gli esperti – ma bisogna anche tenere presente che l’abbronzatura dura qualche mese, ma i segni che lascia sulla pelle sono permanenti. Per questo bisogna eseguire trattamenti specifici per reidratare l’epidermide e cercare di ridurre al minimo gli effetti collaterali dell’estate”.

  2. Il trattamento consigliato per il ritorno dal mare è la bioristrutturazione dermica con Prp (plasma ricco di piastrine). “E’ una tecnica innovativa non invasiva – ricordano Rauso e Bove – che consiste nell’infiltrazione di plasma ad alto contenuto piastrinico, che stimola e attiva i fibroblasti della cute, cellule che producono fibre di collagene. La bioristrutturazione con Prp è una valida alternativa alle classiche vitamine, che richiedono invece trattamenti piuttosto frequenti (una volta ogni 1-2 settimane). Il trattamento richiede infiltrazioni a tempi sempre più distanziati: dopo la prima seduta che dura circa 20-30 minuti, si aspettano 40 giorni per la successiva e poi 3 mesi, fino ad arrivare a 2 sedute annuali che di solito si effettuano a settembre-ottobre e ad aprile-maggio”.

  3. Per ripristinare lo stato della cute quando è già molto rovinata, i chirurghi ritengono molto utili le tecnologie come la radiofrequenza frazionata ad aghi e il needling. “Si tratta di metodiche che hanno lo scopo di ripristinare lo stato della cute inducendo un trauma ‘calibrato’ che indurrà la riparazione dei tessuti danneggiati. Non è necessaria la degenza – precisano Rauso e Bove – ma servono più sedute della durata di 30 minuti, da effettuarsi a distanza variabile (da 2 a 6 settimane inizialmente) in base al tipo di cute, all’intensità del trattamento e di inestetismo da trattare. Dopo il trattamento si può notare un leggero arrossamento e in alcuni casi possono comparire piccole crosticine camuffabili con il make up”.

  4. La medicina estetica è un ottimo alleato per il ringiovanimento, ma non fa miracoli. “Il chirurgo plastico è la persona che può suggerire al paziente qual è la strada migliore da seguire – proseguono gli esperti – Oggi i pazienti preferiscono i trattamenti di medicina estetica che sono meno invasivi, ma bisogna avere chiaro qual è il risultato che si vuole raggiungere. Se una paziente di 60 anni vuole la pelle più morbida e compatta, le si spiega che un lifting le permetterebbe di ringiovanire, ma se quello che cerca è un trattamento per ‘sentirsi curata’, anche la medicina estetica può essere sufficiente. L’importante è rivolgersi a un esperto serio, per evitare di illudersi con false promesse e spendere soldi inutilmente”.

  5. Settembre è il mese giusto per pensare a rimettersi in forma in vista della prossima estate. “Spesso, in spiaggia o con i vestiti più corti e scollati, molte donne non si sentono a proprio agio con il proprio corpo. Settembre è il mese ideale per programmare da subito la rimessa in forma: consigliamo ad esempio di programmare 2 cicli di carbossiterapia annuali, uno verso ottobre-novembre e un secondo da concludersi a maggio dall’anno prossimo, così da non farsi trovare impreparati alla prova costume”, concludono i chirurghi.